Annotazioni su links (iterazioni/itinerari) nella poesia di Franco Buffoni

I testi di Franco Buffoni spesso presentano, a distanza di anni, di libri, iterazioni/variazioni di una stessa poesia, ritorni di una frase, di una strofa, di una chiusa, o addirittura di un micropoemetto intero.

Classico l’esempio del testo intitolato Come un polittico, presente sia nella raccolta d’esordio (I tre desideri, San Marco dei Giustiniani, Genova 1984) sia come prima pagina del Profilo del rosa (Mondadori, Milano 2000).

Analizzata la sua intera produzione (inclusi i più recenti Theios, Interlinea, Novara 2001; e Del maestro in bottega, Empiria, Roma 2002), non è del tutto impensabile ipotizzare – in lui studioso di topografie e mappe e ‘resti umani localizzati’ – la creazione, negli anni e tramite i libri, di una sorta di macro-opera fatta di rinvii e segnali topografici, sottotraccia eppure affioranti. Links intertestuali; indicatori interni al percorso di scrittura.

Come una sorta di reticolato che dà modo a chi legge sia di perdersi sia soprattutto di (grazie appunto ai ritorni) ritrovarsi. Ritrovare i ‘motivi’ e i picchi necessari per l’orientamento - nei temi. (Trovare, anzi, giusto i temi: i luoghi: condivisi). (E, così, necessari).

Nella mancanza allora di rocche valichi torri radure laghi della storia e società e retorica, sottratti dal tessuto comune, dissipati nell’amnio di aleatorio che (non) conosciamo, ecco che la creazione di un paesaggio artificiale sperimentabile, con ricorrenze e variazioni di frasi e versi e brani interi, dà occasione al lettore di localizzarsi e localizzare profili divenuti noti in itinere, per azione di iter, davvero… iterazione.

Se parliamo, con vocabolario ancora utilmente strutturalista, di isotopie, lo facciamo allora non per annettere alle opere un valore astratto dato dal semplice ricorrere (certificato, inventariato) di marcatori testuali precisi; ma perché questa stessa precisione e inventariabilità assumono o fabbricano di volta in volta un senso comunicabile, ‘sociale’ in quanto sapientemente reso necessario (non “necessario perché sociale”): offrono luoghi, modi di spostamento dello sguardo nel tessuto scritto. Mimano senza gesticolare, ma attraverso oggetti strutturati, il darsi di una cartografia possibile; o quantomeno la possibilità di una qualsiasi cartografia. (Ma poi: di questa cartografia, specifica: l’opera intera di Buffoni, da I tre desideri al libro ‘in fieri’ Guerra).


Questo articolo si può citare nel seguente modo:
Marco Giovenale, Annotazioni su links (iterazioni/itinerari) nella poesia di Franco Buffoni, in «Italianistica Online», 3 Ottobre 2004, http://www.italianisticaonline.it/2004/buffoni-links/

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