In aula con l’eBook: una rivoluzione italiana
Si avvicina l’appuntamento delle scuole con le nuove tecnologie informatiche e il libro elettronico?
La notizia è rimbalzata sui giornali all’inizio del mese di luglio (”Corriere della Sera”, 2 luglio 2004): nella nuova manovra finanziaria programmata dal Governo italiano si prevedeva che le istituzioni scolastiche acquisissero i libri di testo da Internet in formato elettronico, con un risparmio del 20% sul prezzo di copertina (su quali parametri calcolare tale risparmio?). La proposta sembrerebbe sia stata avanzata per la prima volta dal Ministero dell’Istruzione in maniera semi-ufficiale nell’ambito di una ipotetica Norma anti-zainetti, volta a ridurre il peso delle cartelle e il costo complessivo dei libri di testo.
Questo articolo è stato scritto per l’Istrice di Luciano Simonelli editore, in cui puoi leggere anche:
- Tecnologie eBook per la Lettura Agevolata: quattro progetti-pilota in Italia
- La “nuova economia” del libro elettronico: prospettive per una sostanziale qualità dell’informazione
- Per un codice deontologico delle pubblicazioni in Rete: riflessioni e proposte
- I “confini” del libro elettronico
L’ipotesi è stata immediatamente contrastata dall’Associazione Librai Italiani (ALI), che ha rilevato come rappresenterebbe un danno per i piccoli librai di provincia, i quali ricavano dalla vendita dei libri scolastici la maggior parte dei propri introiti. Il provvedimento sembrerebbe dettato esclusivamente da un’esigenza di risparmio, mirata a ridurre la spesa complessiva che le famiglie sosterrebbero per l’acquisto dei sussidiari.
L’eventuale provvedimento ha suscitato anche l’immediata reazione del Presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Federico Motta, che in una lettera al ministro Tremonti ha chiesto chiarimenti ed espresso le proprie perplessità sulla ventilata proposta:
Mi si perdoni la battuta, ma più che una norma anti-zainetti mi sembra si tratti di una norma anti-libro e anti-editoria, come se quest’ultima non avesse parte nella progettazione e realizzazione di un libro, tanto più se destinato alla scuola, ma solo avesse la funzione di stampare e distribuire. Quale che sia il significato politico e culturale della proposta, ritengo che per realizzarla vi siano problemi assai complessi da risolvere, tecnici, economici e giuridici, per i quali si richiede comunque il coinvolgimento degli editori, che non mi risulta siano stati sentiti su una materia che li tocca così pesantemente.
L’ADUC ricorda di essere stata in verità la prima a suggerire a Tremonti la via dell’eBook:
Non possiamo che dare il benvenuto a Tremonti visto che queste sono le tesi e l’obiettivo da noi sommessamente (non abbiamo avuto il piacere della prima pagina del maggior quotidiano nazionale) proposti nel corso degli anni. Rimane pero’ un piccolo problema da risolvere: oggi l’ex ministro dell’Economia propone quello che appena ieri non ha attuato, avendo il potere di farlo, come ministro dell’Economia. E’ proprio vero che un popolo privo di memoria e’ privo di se’. Qui manca non solo la memoria storica ma anche quella della cronaca. Aveva ragione Metternich, siamo una espressione geografica.
D’altronde, tra gli osservatori piú preparati, Franco Carlini (nel “manifesto” del 03 luglio) la ritiene una “trovata” illusoria, che suscita piuttosto preoccupazione. Dietro alla proposta che vorrebbe sembrare lungimirante e tutta protesa all’innovazione si celerebbe in effetti una politica mirata a demolire un solidissimo impianto culturale, fondato sul libro, con la sua “fisicità prorompente, la quale diventa luogo di dialogo con l’autore e strumento di costruzione del pensiero” (sono parole di Carlini).
Basterebbe pensare che, se mettessimo in pratica la proposta attuale, per come stanno adesso le cose, il risultato finale non sarebbe l’eBook ma una miriade di carta stampata e di fotocopie sostitutive. E ci sarebbe persino chi suggerisce l’anarchia o il bricolage (come meglio preferite) dei libri dei testo, che gli insegnanti potrebbero costruire a pezzi, pescando qua e là i materiali in Rete o producendone e assemblandone di propri. Ma qui la cosa, all’apparenza caotica e incoerente, si fa invece ben piú seria e impegnativa, per cui torneremo necessariamente a ragionarci sopra.
Più saggio è indubbiamente mantenere il libro tradizionale a cui associare complementi elettronici. In questa direzione va appunto (e lo stesso Carlini lo ricorda parlando di “libro ibrido”) l’impegno delle case editrici, che affiancano ai sussidi cartacei numerosi materiali paralleli da consultare online. Si veda, fra i migliori, il Sistema ipertestuale dei Saperi della Laterza.
Eppure il libro elettronico in se stesso non è certo per la scuola italiana (seppure ancora per la minoranza) una novità introdotta dall’attuale Governo e dai suoi esponenti, come magari essi stessi vorrebbero indurre a credere.
Il Circolo didattico di Alpignano (Torino) ci ha pensato da qualche tempo creando nel proprio sito una piccola biblioteca di libri elettronici. Gli eBook di Alpignano (realizzati nello standard della Microsoft) sono prodotti originali degli stessi alunni: racconti scritti per un concorso bandito dalla biblioteca comunale.
Non si tratta dunque di libri di testo, ma di un modo senz’altro stimolante per tutti (bambini e insegnanti) di sperimentare questa nuova tecnologia.
La scuola del torinese non è sola in questa avventura. Da tre anni ormai un altro concorso, bandito dalla IPM-Net di Napoli, azienda leader italiana nel mercato degli eBook, produttrice di MyFriend, il primo dispositivo italiano per libri elettronici: un premio al migliore eBook prodotto in ambito scolastico. L’iniziativa, sostenuta da VBscuola.it: progetti e risorse per l’uso attivo del computer a scuola (anno V/2004), ha raccolto numerosi consensi e la partecipazione di diverse scuole in ogni parte d’Italia.
In questo panorama, converrà ricordare che tra la IPM-Net e il MIUR fin dal 06 febbraio 2002 è stato sottoscritto un accordo preliminare (rinnovato l’anno successivo) per la “fornitura di beni e servizi informatici alle scuola italiane a condizioni di maggior favore” (testo della convenzione). Invito tutti a prendere visione delle tabelle che contengono i termini dell’offerta, ossia i prezzi: a conti fatti, un eBook MyFriend non costa meno di mille euro e una scuola che volesse acquistarne venti spenderebbe la modica cifra di ventiseimila e cento euro (scrivo a tutto lettere per evitare ogni equivoco). Avrei curiosità di sapere quale scuola abbia potuto e possa permettersi una spesa del genere.
“Il NuovoTG” del 12 maggio 2002 1 in un servizio di Luca Ceccarelli, Cina, libri elettronici al posto dei sussidiari, dava la seguente notizia:
Ricordate il vecchio sussidiario delle elementari? In dieci scuole cinesi è diventato un e-book (…). Al posto delle pagine in carta ci sono pagine virtuali riprodotte su un display a cristalli liquidi dove imparare a fare i primi conticini. Secondo molti, sarà questo il futuro del libro perchè ecologico e meno ingombrante.
Una “bufala”? Non posso dire quanto la notizia sia attendibile, ma certo è sintomatica. L’evoluzione tecnologica appare inarrestabile; a fronte di essa, occorre riflettere su un altro aspetto e chiedersi: la scuola italiana è davvero pronta alla rivoluzione informatica (a proposito di quella cinese resto altrettanto perplesso, eppure chissà…)? esistono non soltanto le strutture ed i finanziamenti, ma anche e soprattutto le competenze per affrontarla e attuarla?
Non è certo il libro elettronico a spiazzare chi, da ormai tanti anni, nella scuola di ogni ordine e grado si serve quotidianamente del computer e di Internet per il proprio lavoro (dagli insegnanti agli studenti); è piuttosto la schiera ancora davvero enorme di quanti (anche giovani) non sono ancora attrezzati adeguatamente. La preoccupazione che mi sento di esporre è che la scuola italiana sia fortemente in disavanzo (ed è il termine appropriato, trattandosi anche di bilancio, di investimenti che mancano a favore della scuola) rispetto alle proposte di cui si discute.
La prospettiva delineata prevederebbe lo sviluppo di più evolute strategie di formazione e apprendimento in ambiente digitale telematico, con la loro integrazione nelle normali attività didattiche, e presuppone perciò una situazione a pieno regime di utilizzo sistematico e diffuso delle tecnologie informatiche e telematiche: una prassi, dunque, di scuola realmente informatizzata, che in Italia è ancora ben lontana dall’attualità e, direi, da ogni concreta possibilità di attuazione a breve termine.
Sennonché discutere di innovazione significa discutere di investimenti forti e non di risparmio. Un potenziamento delle tecnologie didattiche richiede un corrispettivo potenziamento delle competenze e delle qualità professionali dei docenti, che dovrebbe essere adeguatamente incentivato, cosa che non può certamente avvenire nelle condizioni di risparmio, appunto, a cui mira il bilancio ministeriale della scuola italiana (non a caso, nel sito ufficiale dell’Indire, ci si chiede appunto: Si può risparmiare con l’e-book?).
Mi pare che la questione sia completamente banalizzata: non si può ricorrere da un giorno all’altro al libro elettronico semplicemente come ad una presunta soluzione per “fare economia”, quando è semmai vero il contrario, che il libro elettronico comporterebbe maggiori oneri.
Sembra evidente che si stia spacciando il risparmio sulla scuola con l’innovazione nella scuola, ma innovare significa investire e investire significa affrontare nuove spese non risparmiare. Tant’è, la storia si ripete. Come al solito, si vogliono proprio, tanto per ripetere il vecchio detto, fare le nozze con i fichi secchi. E non è assolutamente possibile.
La proposta di Tremonti avrebbe dovuto essere introdotta nel Documento di Programmazione Economico-Finanziaria per il prossimo triennio 2005-2008. Sta di fatto che nel DPEF deliberato dal Consiglio dei Ministri il 29 luglio 2004 e ratificato dal nuovo ministro dell’Economia e delle Finanze Domenico Siniscalco, la scuola è nominata soltanto per rafforzare l’importanza della riforma in atto, ribadendo che non saranno effettuati tagli sulla spesa per questa voce ( ! ), ma non c’è traccia dell’ipotesi-Tremonti.
Tremonti in persona esalta dunque il libro elettronico quasi come una panacea per la didattica, ma nella compagine del Governo che lo ha defenestrato nessuno sembra per adesso propenso alla svolta (consapevole ovviamente dei maggiori costi e non delle minori spese). Sul medesimo “Corriere della Sera” gli risponde tre giorni dopo il prorettore dell’Università di Milano-Bicocca, Guido Martinotti, meno eccitato dalla prospettiva del libro elettronico e più realistico nel misurare le effettive risorse e capacità della scuola italiana:
Nel suo entusiasmo Tremonti non si rende conto che molti dei problemi che lui dà per scontati o con risoluzioni dietro l’ angolo sono in realtà ben lungi dall’ essere risolti. La scomparsa delle aule è stata annunciata ripetutamente: quando si è diffuso il telegrafo, poi il cinema, poi la radio e, più credibilmente, con la televisione. E’ vero che l’ informatica e internet hanno introdotto molte flessibilità e opportunità che prima non c’ erano, ma il fatto che si continui ad andare a scuola e usare i libri dovrebbe mettere sul chi va là chi, da buon economista, dovrebbe essere incline a sospettare che se una cosa c’ è è perché funziona. Infatti da un paio di decenni almeno sono in atto numerosi esperimenti in molti atenei, scuole e aziende di tutto il mondo. Ma se una conclusione generale si può trarre da questa enorme massa di esperienze è che, in questo come in moltissimi altri campi, il progresso tecnologico non procede per sostituzione ma per complementarietà. Mai si è viaggiato tanto, in barba a Toffler, come da quando con Internet si possono fare anche le teleconferenze. E nel campo dell’ elearning il motto è «blended» cioè combinazione di libri, aule, cattedre e internet. Detto questo il problema dei libri di testo, del loro costo e del loro peso esiste, ma cercare di esorcizzarlo con Internet significa non affrontarlo con gli strumenti appropriati. Raccomanderei di non promettere la fine di una storia che probabilmente in un modo o nell’ altro durerà ancora a lungo.
A questo punto, le chiacchiere si sprecano (vedi la lista degli articoli online pubblicati sulla scia di quello di Tremonti, riprodotto d’altronde in numerosi siti). La Garamond ha aperto un apposito forum per discutere.
Noi (che non siamo “improvvisatori dell’ultima ora”, come giustamente ricorda Luciano Simonelli) preferiamo rimanere senz’altro al di qua delle chiacchiere.
Riferimenti (in ordine cronologico)
- Scuola, il governo: zaini più leggeri e libri online, “Corriere della Sera”, 02 luglio 2004
- Franco Carlini, Come cambia il libro: ora si aggiorna in rete, “il manifesto”, 04 luglio 2004
- Franco Carlini, Scuola: Letizia Moratti scarica i libri, “il manifesto”, 03 luglio 2004 [I due articoli di Carlini sono riprodotti e consultabili in un messaggio di Marco Trotta alla mailing-list Cris-Italia (Campagna per i diritti alla comunicazione nella società dell’Informazione), 06 luglio 2004]
- Libri di testo e norma “anti zainetti”: il presidente dell’AIE, Federico Motta, scrive al ministro Tremonti per avere chiarimenti, Sito AIE, 05 luglio 2004
- Documento di programmazione Economico-Finanziaria (Dpef 2005-2008), Governo Italiano, 29 luglio 2004
- Giulio Tremonti, L’E-book, rivoluzione a scuola, “Corriere della Sera”, 29 agosto 2004 [riprodotto anche qui]
- Scuola, il futuro è l’e-book, “RAI News”, s.d. (ma post 29 agosto 2004), consultato il 02 settembre 2004
- E-book al posto dei libri. Ecco come sarà la scuola del futuro, “TGcom”, 30 agosto 2004
- L’e-book a scuola? Bello, se fosse vero, “Avvenire”, 30 agosto 2004
- Primo Mastrantoni, E-book: benvenuto Tremonti!, comunicato stampa ADUC, 29 agosto 2004
- Guido Martinotti, Aule e vecchi libri? Convivono con il Web, “Corriere della Sera”, 01 settembre 2004, p. 15
- Antonio Sofia (Ufficio Comunicazione-Indire), Si può risparmiare con l’e-book?, Sito Indire, 07 settembre 2004.
Aggiornamenti
16 settembre 2004
Leggo soltanto oggi, nella rassegna stampa del sito MIUR per l’Innovazione tecnologica, l’articolo di Michele Rak, E-book a scuola: una rivoluzione ancora lontana, pubblicato nel “Mattino” di Napoli del 02 settembre 2004, p. 15, che, in maniera giustamente ancor più severa, trovo concorde con le mie argomentazioni.
15 ottobre 2004
Alberto Mari, Il presente e il futuro dell’ebook, Apogeo Online, 20 settembre 2004.
Nota
1 » L’articolo era consultabile all’indirizzo http://www.ilnuovo.it/nuovo/TG/articles/0,1344,7764,00.html
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- Questo articolo si può citare nel seguente modo:
- Luigi M. Reale, In aula con l’eBook: una rivoluzione italiana, in «Italianistica Online», 9 Settembre 2004, http://www.italianisticaonline.it/2004/ebook-a-scuola/
Questo articolo
- Scritto e pubblicato
- Giovedì 9 Settembre 2004
da Luigi M. Reale
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