Recensioni autoreferenziali 5

5. Autorecensione ad un titolo letteralmente possibile di narrativa plausibile
Gli aggiornamenti (2005-2007) di Graziella Tonfoni

Ebbene sì, è proprio lei, l’autrice stessa, a lanciare questo titolo: Dalla matrice della scrittura letteraria scientificamente controllata, alla matrioska della traduzione letteraria. Aggiunge poi una sintesi esplicativa per arginare il collettivo stupore.

Si tratta infatti di una descrizione, surreale, ma non per questo meno appassionata dell’autrice, che si spiega, si commenta e si recensisce da sola, rivolgendosi alle stesse scrittrici russe, già presenti in una sala virtuale, per produrre una antologia, tuttora in fieri, mediante un dialogo del tutto iperreale, e senza doverle necessariamente conoscere una per una, né incontrare per continuare a conversare, ma semplicemente illustrando loro attraverso, una serie di considerazioni, relative ad un suo libro troppo particolare per potere perfino pensare di tradurlo (I Diari della Creatività Scientifica e Letteraria editi e inediti) le priorità ideali e logiche della sua vita di pioniera ad onde di molteplici significati.

Obiettivo di questa operazione, squisitamente linguistica, è quello di procedere da pagine complicate per estrarne e mostrarne, oltre che dimostrarne, le complessità stilistiche e di confermare la totale impossibilità di tradurre alla lettera i suoi propri paragrafi, a molteplici linee di percorrenza interpretativa, ma eventualmente semmai di progettare pacchettini lessicali minimi, accompagnati da chiose paragrafiche, che spieghino ogni sua parola ovvero elemento lessicale, a vincoli computazionali precisi, riflettendone alcune note emotive, per una potenziale Casa Editrice Russa, che sia interessata ad una possibile pubblicazione trasferitasi così a Mosca.

Si portano, fino alle più estreme conseguenze, le teorie della traduzione, dichiarata essere possibile soltanto come parafrasi testuale, già dalla stessa autrice Graziella Tonfoni, che tale la aveva già enunciata nei suoi originari lavori di scienziata del linguaggio, nei primissimi anni ottanta. Si tratta quindi di una narrazione metaforica, di quanto dovrebbe accadere per evitare incidenti comunicativi, sul piano interdisciplinare,ed interlinguistico, un vero e proprio annuncio letterario di una prassi scientifica corretta, che va verso la semplificazione rigorosa, rispettosa delle molteplici ideologie, che si riflette nelle diversità concettuali, ammesse, e nella dichiarazione delle diversificate attività ermeneutiche ora dichiarate. Ecco dimostrata anche la possibilità della prosecuzione di un autentica trasmissione letteraria in trobar clus con critici e filologi ammiccanti perfino da lontane discipline.

Alle lettrici resta il cogliere i frutti critici che non sono trucchi ecdotici del testo.
Se una curatrice finora rimasta scettica, decidesse che le interessa, veramente, sostenere l’ipotesi di un capitolo suo per una antologia di donne in scrittura, e i tempi fossero brevi , allora ecco pronto un manoscritto progettuale ed ideativo.

Vi si trattano allegoricamente problemi di informazione e congestione da eccesso di
non verificata informazione, e il tema è rilanciato sul piano surreale e astratto, ma sempre decisamente resta molto impegnato, e serio, dal punto di vista dei contenuti. Naturalmente Graziella Tonfoni si rivolgerebbe ora ad una curatrice ideale ed idealizzata, che potrebbe lei stessa intervenire riducendo alcune delle sue frasi e paragrafi nei tempi più rapidi.

In fondo molta della prosa autoriale di ‘Diari della catalogazione dislocata e della archiviazione open access, concessa e condivisa’ rappresentano la necessità primaria di ogni scrittrice attuale, ovvero quella di produrre fiabe, narrazioni del cognitivo fantastico, a la Propp appunto.

E già ne sono derivate raffigurazioni letterarie dell’immaginario accademico collettivo, di cui alcune legate al modello potente, dell’antico paradigma Jakobsoniano.

Concluderebbe quindi la curatrice, affermando che “l’autrice, di fatto ha promosso lei stessa il crescere di un fantastico autoironico, mai lesivo né offensivo di altri, consentendo una fantasticazione narratologica, che ha unito elementi scientifici a quelli letterari, creando così non solo un ponte precario fra discipline considerate lontane, ma una serie di rinforzi interdisciplinari ad intercapedini stabili e a norma delle vigenti leggi della lettura, cartacea ed online”.

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Questa pagina si può citare nel seguente modo:
Graziella Tonfoni, Recensioni autoreferenziali 5, in «Italianistica Online», 22 Marzo 2008, http://www.italianisticaonline.it/autorecensioni/tonfoni-5/

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