Umberto
Coscarelli
Lavorare con l'eBook: un'esperienza
concreta
1.
Premessa | 2.
Reti Medievali | 3. Lavorare con l'eBook
| 4. Conclusioni
1.
Premessa
Il mio intervento si propone,
attraverso il contributo di un'esperienza concreta quale quella di Reti
Medievali, di rispondere sia pur parzialmente a due quesiti che
mi sembrano, anche alla luce delle relazioni fin qui pubblicate,
decisamente importanti:
-
qual
è,
allo stato dell'arte, il miglior utilizzo possibile di un eBook
e quali le scelte da compiere per proporne una fruizione
concreta?
-
che
tipo di professionalità specifica richiede compilare un eBook e
che opportunità offre tale professionalità nel mercato del
lavoro di riferimento?
2.
Reti Medievali
Reti
Medievali (d'ora in avanti RM) è un'iniziativa on line per gli studi medievistici,
che coinvolge attraverso la rete una comunità di studiosi del
medioevo, offrendo contenuti di alto valore scientifico. Tra le
missioni di RM c'è quella di essere da stimolo per la propria
comunità scientifica nello sperimentare le possibili applicazioni
delle nuove tecnologie della comunicazione.
L'eBook è una delle possibili applicazioni che RM ha deciso di
divulgare fra i propri fruitori, che possono sia proporre la
pubblicazione in formato eBook dei propri lavori, sia consultare i
titoli della sezione eBook di RM.
La sezione è divisa in collane: Monografie
che propone studi di un singolo autore, e Reading,
cioè volumi a più mani su un tema comune. RM
eBook favorisce la diffusione di contributi originali o già
circolati a stampa e liberi da diritti. I volumi sono pubblicati da Firenze
University Press (editore generale di RM) e depositati in
formato digitale e a stampa dalla Biblioteca
Nazionale Centrale di Firenze.
Nell'implementare una collana di titoli in formato eBook, RM ha
scelto di venire incontro il più possibile alle specifiche esigenze
e alle abitudini tipiche dei suoi utenti. Così, anziché decidere
per un formato piuttosto che un'altro ha scelto di mettere a
disposizione un ventaglio di possibilità il più ampio possibile
per l'attuale "stato dell'arte" dell'eBook:
-
il classico formato
PDF per Acrobat Reader per stampare parti del
testo, corrispondente in tutto e per tutto all'impaginazione del
testo nella sua versione a stampa;
-
il formato PDF per Acrobat eBook Reader per leggere il testo su
video;
-
il formato LIT per Microsoft Reader per leggere il testo su video,
su palmari, o su altri hardware di lettura;
-
il formato OEB, standard non proprietario, da leggere, ad
esclusione dei reader di Adobe, con tutti i principali reader di
eBook, o anche attraverso un semplice browser;
-
infine l'opzione del
print on demand, cioè la stampa
a richiesta del volume che si effettua tramite la casa editrice
Firenze University Press.
In questo modo RM ha voluto favorire la diffusione dell'eBook
rispettando le prerogative consuete che un testo deve avere per
essere fruito in ambito storico e umanistico, in particolar modo
quella di poter stampare delle pagine e quella di poter citare in
maniera completa e precisa.
Allo stesso tempo gli studiosi interessati hanno iniziato ad avere
un contatto diretto con l'eBook, verificarne le funzionalità di
lettura e di "studio" come annotazioni, sottolineature,
commenti, ricerche di parole o argomenti all'interno del testo:
tutte possibilità che rendono l'eBook particolarmente attraente
nell'ambito della ricerca e della didattica.
La possibilità poi del print on demand è servita a sgomberare il
campo da uno dei tipici "timori" che l'eBook ha suscitato
fin dalla sua nascita; quello cioè di aspirare a sostituire il
libro a stampa o addirittura di attentare alla sua stessa esistenza!
Il fatto di potere comunque ordinare e ricevere direttamente a casa
il volume "in carne ed ossa" tranquillizza in tal senso
gli scettici, che possono verificare come l'eBook possa costituire
una opzione in più, una ulteriore e potente possibilità di
consultare e diffondere contenuti.
Contenuti che in alcuni casi non verrebbero nemmeno mai pubblicati,
e questa è senz'altro un'altra delle belle opportunità offerte
dall'eBook e che RM ha sposato in pieno. Infatti, così come per i
giovani scrittori di cui ci ha parlato Carmen Covito, anche per i
giovani ricercatori è spesso impossibile trovare un editore
disposto a investire sulla diffusione dei loro studi; ecco allora
che la possibilità di pubblicare in formato eBook i risultati delle
proprie ricerche, dà al ricercatore un'opportunità di fare
conoscere il proprio lavoro e confrontarlo con altri che altrimenti
non avrebbe.
D'altro canto questo apre le porte ad un'altra problematica legata
agli eBooks di ambito scientifico che è quella della validità ai
fini concorsuali. Lo scoglio è stato superato da RM grazie ad un
accordo specifico tra Firenze University Press (editore di RM) e la
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze che certifica con ISBN gli
RM eBook attribuendogli lo stesso grado di certificazione di un
libro tradizionale. Anche per questo le richieste di pubblicazione
di eBook al vaglio dell'attentissimo comitato scientifico di RM si
fanno sempre più numerose. Inoltre la possibilità di dare una
nuova vita a contributi originali già stampati ma ormai
difficilmente reperibili, fa segnare un ulteriore punto in favore
dell'eBook.
Insomma l'esperienza di RM indica che l'eBook può concretamente
contribuire, come del resto l'avvento del digitale nel suo
complesso, a migliorare il lavoro dello storico o quanto meno ad
affinarne i ferri del mestiere.
3.
Lavorare con l'eBook
A
proposito di ferri del mestiere, è lecito chiedersi anche se l'eBook
sia o meno un'interessante opportunità - oltre che per autori,
fruitori, editori, software house, etc. - anche per coloro che
tecnicamente si occupano di compilare un eBook, cioè di realizzare
quel processo di lavoro che partendo da un testo sorgente (digitale
o cartaceo) permette la conversione in un formato eBook specifico (OEB,
LIT, PDF, altro..).
Occupandomi personalmente della compilazione degli eBooks di RM,
l'idea che mi sono fatto è che attualmente il livello di difficoltà
che tale processo di lavoro comporta è direttamente proporzionale
alla varietà dei formati e alla mancanza di uno standard
universalmente riconosciuto. Il bagaglio di conoscenze tecniche che
occorre è per tanto molto diversificato: un formato PDF richiederà
una buona dimestichezza con l'impaginazione grafica rivolta alla
stampa e con la gestione di ipertestualità e altre funzioni di
ambiente Adobe, mentre il formato LIT e ancor di più la
compilazione di un pacchetto OEB (Open Package File) richiederà una
conoscenza specifica di HTML, XML e CSS.
La figura professionale che ne scaturisce si colloca a metà strada
fra le professionalità dell'editoria tradizionale e quelle del web,
ma sicuramente è auspicabile anche un bagaglio culturale di tipo
umanistico per comprendere a fondo caratteristiche e problematiche
di un testo.
Può avere un futuro questa figura?
Oltre ad essere, ovviamente, strettamente legata alle future sorti
generali dell'eBook, la risposta a questo quesito sembra essere
legata anche allo sviluppo di programmi in grado di gestire
automaticamente ogni fase del processo di conversione. I primi
tentativi in tal senso non sembrano ancora dare risultati
soddisfacenti, ma in un futuro abbastanza vicino è facile che
nascano veri e propri editor di eBooks come quelli che si sono
affermati per la creazione di pagine web.
In quel caso determinate conoscenze potrebbero risultare superflue,
e basterà sapere utilizzare un software dalle metafore
semplicissime, allo stesso modo in cui è diventato per molti
superfluo conoscere html una volta avuto a che fare con Dreamweaver
o Front Page.
4.
Conclusioni
Tornando alla prima delle domande
iniziali, la mia sensazione è che l'eBook, dalla sua nascita ad
oggi, sia stato più l'oggetto di un appassionato dibattito fra
fautori e oppositori piuttosto che uno strumento pienamente
fruibile.
Intendiamoci, il dibattito a cui si fa riferimento è tutt'altro che
trascurabile e privo di significati e analisi interessanti. Anzi chi
scrive è senz'altro un assiduo frequentatore e un entusiasta
partecipante di un simile dibattito, che coinvolge molto perché
tocca argomenti fondanti della nostra cultura come la lettura, la
scrittura, la libera fruizione di contenuti, l'utilizzo delle nuove
tecnologie applicate alle scienze umanistiche, la cultura
editoriale, le nuove forme di commercio; in generale è un dibattito
che ne riflette uno più vasto, cioè quello sulle conseguenze per
la società e per le forme del sapere portate dall'avvento del
digitale; e per tanto le tesi a confronto affascinano e ci
coinvolgono direttamente.
Tuttavia sono fermamente convinto che se non si compie lo sforzo di
portare sul terreno della verifica pratica il prezioso contributo
teorico di questo dibattito si rischia di rimanere arenati in una
forma di esercizio teorico che niente di buono può portare allo
sviluppo dell'eBook, né come tecnologia né tanto meno come
diffusione di potenziali fruitori. Ed è in effetti un po' questa
l'immagine attuale dello sviluppo degli eBooks, uno sviluppo che si
è quasi arenato in una situazione di stallo o in un rallentamento
rispetto alle aspettative iniziali.
A mio avviso non importa tanto stabilire le responsabilità di tale
rallentamento, se sia da attribuire maggiormente agli editori che
non investono nell'eBook, alle software house che inseguono solo
formati proprietari, alle hardware house che realizzano dispositivi
di lettura costosissimi, alle gerarchie di mercato troppo difficili
da scardinare, etc. Quello che più conta è invece l'utilizzo e la
diffusione dell'eBook così come è adesso, con i suoi pregi e i
suoi difetti, e soprattutto utilizzarlo e diffonderlo non secondo
l'ideale ottica del "perfetto eBook" ma secondo la
concreta ottica del fruitore comune.
L'obbiettivo deve essere quello di creare una reale e vasta comunità
di fruitori di eBooks, che ne facciano l'uso più svariato
(didattico, di ricerca, di promozione, di lettura comune, di
sperimentazione) ma che nel complesso facciano giustificare un
maggiore coraggio nelle scelte dei protagonisti del settore che
indicavamo prima come possibili "responsabili" dello
stallo.
A quel punto, è vero, più che di coraggio si tratterebbe di
business: ma non è questo del resto che è avvenuto con il World
Wide Web di cui oggi anche gli iniziali scettici riconoscono,
insieme agli inevitabili difetti, anche le validissime possibilità
di utilizzo?
© Copyright 2003-2004 Umberto Coscarelli, Catania
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