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Lo Stracciafoglio, a. I, n. I (n. 1), I semestre 2000

 

Editoriale

La redazione illustra le caratteristiche del periodico: edito esclusivamente online (al sito <www.edres.it>); gratuito per gli utenti e non sostenuto da contributi pubblici; si articola in una parte («Testi») di edizione di testi brevi inadatti a pubblicazioni cartacee autonome, di interesse letterario o comunque documentario; e in due rubriche: una («Filologi, ai rostri!») di discussione di problemi ecdotici; l’altra («Proposte di correzioni e aggiunte al Grande Dizionario della Lingua Italiana») di integrazioni al GDLI.

p. 2.

 

TESTI

Girolamo Preti, Discorso intorno all’onestà della poesia (1620), a cura di Domenico Chiodo

Edizione del Discorso premesso da Girolamo Preti al poema di Ridolfo Campeggi Le lagrime di Maria Vergine a partire dall’edizione del 1618. Base della trascrizione è il testo pubblicato nel 1620 certamente sorvegliato dall’autore. L’introduzione colloca il Discorso nel contesto della produzione poetica del Preti e ne illustra il contenuto volto a propugnare l’onestà della poesia e il recupero del suo decoro formale. Lo legge quindi come manifesto della polemica anti-modernista del fare poetico, ostile al programma della poesia barocca.

pp. 3-11.

 

Francesco Ellio, La rugiada, a cura di Maria Elisa Raja

Edizione dell’idillio La rugiada del lombardo Francesco Ellio, secondo il testo apparso fra gli Idilli di diversi ingegni illustri del secol nostro, Milano, Bidelli, 1618. L’introduzione traccia un breve profilo dell’autore; accenna alle caratteristiche del genere idillico e descrive il contenuto del testo in cui un pastore è introdotto a raccontare all’amata Roscida la vicenda della figlia di Venere e Adone, Amimone, contesa da Bacco e Nettuno; dalle lacrime di Venere disperata per non poter comporre il dissidio che condanna Amimone a non andare sposa nasce la rugiada.

pp. 12-23

 

Paolo Veraldo, da Mascarate e capricci dilettevoli (1620), a cura di Domenico Chiodo

Edizione di quattro Mascarate di contenuto osceno (Mascarata da pasticcieri, Mascherata da istromentisti, Mascarata da pittori, Mascarata da merciari) di Paolo Veraldo, noto agli storici della commedia dell’arte, tratte dal volume dello stesso Mascarate, et Capricci dilettevoli, da cantarsi in ogni sorte d’instrumenti, & recitativi, In Venetia, Per Angelo Salvadori libraro a S. Moise, MDCXX. L’introduzione richiama la scarsa bibliografia sull’autore e precisa le caratteristiche del genere «mascarata».

pp. 24-8.

 

La morte di Ippolito de’ Medici: nuovi documenti dall’Archivio Gonzaga (1535), a cura di Rossana Sodano

Rossana Sodano rivisita la figura di Ippolito de’ Medici sottoponendo a critica il metodo tendenzioso utilizzato da Alessandro Luzio nella monografia pubblicata in appendice a Un pronostico satirico di Pietro Aretino (MDXXXIIII) edito e illustrato da Alessandro Luzio, Bergamo, Istituto Italiano d’arti grafiche, 1900, pp. 143-9; con l’esame di documenti conservati presso l’Archivio Gonzaga di Mantova, e trascurati dallo storico, fra i quali la lettera del Card. Ercole Gonzaga al fratello Francesco datata 10 agosto 1535 pubblicata al termine dello studio, giunge ad accreditare la morte per avvelenamento del cardinale Ippolito, sostenuta dai contemporanei, e il fatto che l’omicidio venisse commissionato dal duca di Firenze, Alessandro, il cui governo il cardinale tentava di rovesciare.

pp. 29-35.

 

Agostino Favoriti, Cleopatra in hortis Vaticanis (1662), a cura di Massimo Scorsone

Edizione e traduzione della silva latina Cleopatra in hortis Vaticanis di Agostino Favoriti (1624-1682), dalla raccolta Septem illustrium virorum poemata (Anversa 1662) dedicata dal Moret al Cardinal Flavio Chigi. L’introduzione delinea la figura dell’autore e analizza la macchina testuale del poemetto in cui si finge che la statua allora creduta di Cleopatra morente (e poi da Winckelmann riconosciuta per un’Arianna dormiente) inviti Cristina di Svezia, in visita ai giardini, a rivolgere attenzione alla sua triste sorte; l’allocuzione alla regina genera l’occasione per una lode dei giardini medesimi e, sotto forma di profezia, della figura di papa Alessandro VII.

 

RUBRICHE

 

Filologi, ai rostri!
Domenico Chiodo, Il filologo al bivio: entomologo o necromante?

In contraddittorio con i sostenitori del metodo ecdotico conservativo di ascendenza continiana, Domenico Chiodo indica l’iperspecialismo filologistico fra le possibili cause dello scollamento verificatosi fra la produzione accademica e l’interesse dei lettori colti. Attribuendo inoltre un’ulteriore responsabilità al «perverso sistema delle sovvenzioni» accusato di avere di fatto cancellato un’editoria autonoma nel campo dell’Italianistica.

Proposte di correzioni e aggiunte al G.D.L.I.

Integra il GDLI con le voci Asteismo, Carientismo, Grìcolo; aggiunge notizie sulle voci Neglittòso (presente nel GDLI solo nella forma neglettoso) e Screpìo.



Lo Stracciafoglio, a. I, n. II (n. 2), II semestre 2000

TESTI


Carlo Denina, Dell’impiego delle persone (1803), a cura di Domenico Chiodo
Domenico Chiodo pubblica, dal trattato di Carlo Denina Dell’impiego delle persone (Torino 1803), i paragrafi I-IV del capo II, concentrati sulle strategie della pubblica istruzione. L’introduzione prende spunto dalla difesa del latino come basilare disciplina formativa per considerazioni sull’attuale svuotamento di contenuti dell’insegnamento in favore di una superfetazione tecnicista intorno alla didattica, e alle conseguenze culturali e sociali dei fenomeni in atto.

pp. 3-12

 

Erasmo di Valvasone, da Elettra di Sofocle (1588), a cura di Gloria Carbonara

Edizione dei vv. 1420-1579 dell’atto II dell’Elettra sofoclea nella traduzione, prima integrale in volgare, di Erasmo di Valvasone, a stampa nel 1588 (Venezia, Guerra). La curatrice introduce il brano scelto illustrando le caratteristiche della traduzione, che amplifica il dettato originario senza però (come spesso accade in altre traduzioni) modificare lo svolgimento della vicenda; l’amplificazione avviene a livello elocutivo e si realizza nella tendenza a esplicitare quanto nell’originale si trova solo alluso, e mirando a una precisione quasi didascalica.

pp. 13-19

 

Domenico Luigi Batacchi, La vita e la morte di prete Ulivo (1791), a cura di Domenico Chiodo

Pubblica la novella in versi La vita e la morte di prete Ulivo di Domenico Luigi Batacchi, traendola da un’edizione delle sue Novelle del 1830 controllata su una del 1856. L’introduzione percorre la storia degli studi sull’autore sfatando alcuni pregiudizi critici, sinora invalsi, sulla sua collocazione storiografica e sul pregio letterario della sua opera.

pp. 20-39

 

Francesco Maria Molza, Lettera al figlio Camillo (1537), a cura di Andrea Barbieri

Il prossimo editore delle Lettere del Molza, Andrea Barbieri, ne pubblica una al figlio Camillo datata 22 settembre 1537 conservata presso l’Archivio di Stato di Parma. L’introduzione precisa alcuni aspetti della biografia del Molza riguardanti il suo rapporto con Papa Paolo III Farnese e con il Cardinal Alessandro. La lettera in questione, riguardante innanzitutto le trattative matrimoniali di Camillo, testimonia il prestigio del letterato presso la corte papale.

pp. 40-44

 

Francesco Maria Molza, Elegia (ca. 1510), a cura di Rossana Sodano.

Edizione a cura di Rossana Sodano, con traduzione di Massimo Scorsone, di una giovanile e inedita elegia del Molza (inc.: «Salvete, o nemorum castae undarumque puellae») conservata, probabilmente autografa, presso l’Archivio di Stato di Parma («Espistolario scelto, cart. n. 11/54»). L’introduzione colloca il pezzo cronologicamente e accenna alle sue fonti e ai rapporti con la restante produzione molziana.

pp. 45-51

 

RUBRICHE

Filologi, ai rostri!
Massimo Scorsone, Critica ed ecdotica di testi poetici latini dell’Umanesimo e del Rinascimento: bilanci parziali, con qualche noterella di cronaca.

Massimo Scorsone passa in rassegna la (scarsa) produzione editoriale di poesia latina rinascimentale; fornisce esempi di metodo di carattere esegetico che gli consentono di correggere sviste, non altrimenti recensite, in alcuni contributi, e di dimostrare le peculiarità di una lingua letteraria viva che si sottrae ai metodi di una filologia umanistica troppo spesso appiattita sulla classicità e necessitante invece di competenze più specifiche.

pp. 52-64

Proposta di correzioni e aggiunte al G.D.L.I
Integra il GDLI con le voci Cessione, Crate; aggiunge notizie e accezioni per le parole: Bombasso (a cura di Paolo Luparia, che corregge la definizione presente nel GDLI, e passa contestualmente in rassegna alcuni luoghi non perspicui delle Poesie di Tommaso Campanella), Giro e Sèri.

pp. 65-67

 



Lo Stracciafoglio, a. II, n. I
(n. 3), I semestre 2001

 

 

TESTI

 

Sperone Speroni, Discorso in lode della stampa (ca. 1540), a cura di Domenico Chiodo

Pubblica l’incompiuto Discorso in lode della stampa di Sperone Speroni secondo il testo apparso nell’edizione delle Opere dell’autore Venezia, Occhi, 1740 (III vol.) rivisto sull’autografo padovano. L’introduzione conferma gli studi precedenti sull’impossibilità di datare precisamente l’operetta e di individuarne il destinatario; indica il suo genere di appartenenza in un vero e proprio scritto retorico, e nello spirito “anti-dogmatico”, ereditato dal Pomponazzi, la cifra che meglio spiega l’operazione culturale speroniana.

pp. 3-11

 

Ridolfo Campeggi, L’Aurora ingannata (1608), a cura di Paola Confalonieri

Pubblica l’Aurora ingannata di Ridolfo Campeggi secondo l’editio princeps, Bologna, Rossi, 1608. Si tratta di una favola mitologica concepita come intermezzo musicale per la rappresentazione della favola pastorale Filarmindo (1605) e con quest’opera ristampata a partire dal 1613. L’introduzione accenna alla figura del Campeggi, accademico Geloso, e delinea una breve storia del genere; spiega la macchina testuale della favola edita e le innovazioni apportate alla versione classica  del mito in rapporto con Preti e Bonarelli.

pp. 12-25

 

Giovan Battista Lalli, Le rime del Petrarca trasformate (1638), a cura di Ilaria Cappellini

Pubblica le 33 Rime del Petrarca trasformate di G. B. Lalli, secondo l’edizione Roma, Cavalli, 1638, curata dal figlio dell’autore e uscita dopo un anno dalla sua morte. L’introduzione, fra l’altro, spiega di che genere sia la parodia del Lalli e la mette in relazione con altri travestimenti del Petrarca (il Petrarca spirituale di Girolamo Malipiero e I sonetti, le canzoni et i triomphi di Madonna Laura attribuibili a Stefano Colonna).

pp. 26-45

 

Domizio Falcone, Carmina selecta ex Barb. Lat. 2163 (ca. 1500), a cura di Flavio Santi

Edizione di una scelta di carmi latini di Domizio Falcone conservati nel ms. Barb. Lat. 2163 della Biblioteca Apostolica Vaticana. Intimo amico di Baldassarre Castiglione, che gli intitolò (Alcon) la dolente ecloga in cui ne piange la morte e che è tra i suoi carmi migliori, il Falcone cessa con la presente pubblicazione di essere un nome e si dà a conoscere come un «talento ancora acerbo» ma ben degno dell’illustre amicizia.

pp. 46-52

 

 

RUBRICHE

 

Filologi, ai rostri!
Paolo Luparia, Stanchezza compositiva o pigrizia ermeneutica? Restauri a Tasso, Rime 1435

Propone restauri testuali alla canzone tassiana Onde sonar d’Italia intorno i monti (Rime 1435) attraverso un sistematico riesame della punteggiatura che confronta gli usi degli editori precedenti (Solerti, Maier, Basile) e la stampa Marchetti 1593, base di trascrizione comune. Il restauro dà adito a confronti con la restante produzione tassiana e a un vero e proprio commento alla canzone in oggetto, nonché ad una sua riedizione emendata.

pp. 53-68

 

Proposte di correzioni e aggiunte al Grande Dizionario della Lingua Italiana
Integra il GDLI con le voci Agassèo, Cirno; aggiunge accezioni e attestazioni (retrodatanti) per le parole Agòne, Argentìneo, Cespìglio, Conflare.

p. 69

 



Lo Stracciafoglio, a. II, n. II (n. 4), II semestre 2001

 

TESTI

 

Alessandro Piccolomini, Prefatoria ai Cento sonetti (1548), a cura di Domenico Chiodo

Edizione della lettera prefatoria ai Cento sonetti (Roma, Dorico, 1548) da Alessandro Piccolomini indirizzata a Vittoria Colonna, nipote e omonima della Marchesa di Pescara. L’introduzione illustra gli elementi di poetica del genere lirico introdotti nel testo (in particolare l’eccellenza della poesia lirica fra i generi poetici per la sua capacità di docere delectando) e in esso individua una delle prime, se non la prima risposta alle tesi sostenute dal Robortello che nelle Annotazioni alla Poetica di Aristotele aveva sostenuto essere il “falso” oggetto della poesia.

pp. 5-14

 

Gandolfo Porrino, dalle Rime (1551), a cura di Rossana Sodano

Edizione di due sonetti di Gandolfo Porrino (Mentre a la fuga con eterno scorno e Quel dì, signor, che voi poneste il piede dalle Rime, Venezia, Tramezzino, 1551) in lode delle imprese del cardinale Ippolito de’ Medici contro i Turchi nel 1532. L’introduzione ricostruisce puntualmente i fatti di quell’anno sottolineando come le rime pubblicate, e altre, che vengono soltanto citate, corrispondano per contenuto ai fatti realmente accaduti e non siano soltanto contenitori per vuote celebrazioni retoriche; ne rende evidente il ruolo di veicolo di circolazione di idee ed emozioni attorno al tentativo  di ribellione all’imperatore Carlo V orchestrato dal cardinale.

pp. 15-24

 

Gian Francesco Busenello, dalla Didone (1641), a cura di Monica Anchieri

Propone una scelta dalla Didone di Gio. Francesco Busenello (Venezia, Giuliani, 1656) messa in scena nel 1641. Le parti antologizzate hanno lo scopo di illustrare le novità di trama (Didone non si suicida ma sposa Iarba che è il vero eroe del dramma) e di registro (mistione di parti tragiche e comiche) che caratterizzano l’opera e appartengono alla moda teatrale veneziana di primo Seicento, non comprese dalle recenti riprese teatrali e discografiche dell’opera.

pp. 25-43

 

Benedetto Varchi, Zeffo, che ’n mezzo di dolore e gioia (1537), a cura di Domenico Chiodo

Edizione del sonetto di Benedetto Varchi Zeffi, che ’n mezzo di dolore e gioia (Archivio di Stato di Firenze, Carte Strozziane, I serie, filza 95, c. 140v) di vituperio del duca Alessandro de’ Medici appena assassinato (vv. 1-11) e del suo successore (vv. 12-4). L’introduzione, oltre alle coordinate fondamentali per la comprensione del sonetto, fornisce considerazioni in merito all’interesse storico della produzione epistolare del Varchi e in genere della lirica di carattere dialogico-celebrativo; rileva inoltre l’interesse dell’uso allusivo del codice petrarchista, opportuno per la circolazione di idee potenzialmente rischiose per i loro sostenitori.

pp. 44-46

 

Caterina Borghini, Elegiae (ca. 1730), a cura di Allegra Alacevich; traduzioni di Massimo Scorsone

Edizione di due elegie latine di Caterina Borghini (Unde novo radiat lux conspicienda sereno e Vos ego, caerulei, mea lux, meus ignis, ocelli) nipote di Maria Selvaggia Borghini che fondò la colonia arcadica pisana. L’introduzione traccia un breve profilo dell’autrice. L’edizione dei testi è seguita dalla loro traduzione, in endecasillabi, a cura di Massimo Scorsone.

pp. 47-55

 

 

RUBRICHE

Filologi, ai rostri!
Domenico Chiodo, Per una chiosa delle Rime del Sandoval

Spiega la parola Vercelle nel sonetto XXVI v. 14 («l’udranno e ’l mar e le Vercelle ancora») di Diego Sandoval di Castro (volgarizzamento di Vergiliae, cioè le Pleiadi) correggendo la lettura del moderno editore delle Rime (‘Vercelli’). Il contributo si diffonde sulla variabilità della grafia della parola (attestata nell’uso volgare nelle forme Vergilie o Virgilie) e attribuisce la forma presente nell’edizione del Sandoval a un probabile errore tipografico.

pp. 56-58

Proposte di correzioni e aggiunte al Grande Dizionario della Lingua Italiana
Integra il GDLI con le parole Assurgere (forma transitiva; la parola è registrata solo nella forma intransitiva) e Chiaccona (presente la forma alternativa Ciaccona con attestazioni più tarde); aggiunge accezioni per le parole Galla, Girèllo, Mantenere.

pp. 59-60

 



Lo Stracciafoglio, anno III, n. I-II (nn. 5-6), I e II semestre 2002

 

TESTI

Antonio Bruni, Discorso intorno al titolo delle Veneri (1632), a cura di Domenico Chiodo

Edizione del Discorso che introduce l’ultimo canzoniere di Antonio Bruni dedicandolo a Guido Casoni. Nell’introduzione Domenico Chiodo ribatte ad una recensione di Guido Sacchi ad altri suoi lavori confermando la già altrove esposta necessità di riformare l’interpretazione storiografica dei rapporti fra Marino e Preti; riconoscendo al secondo un ruolo di caposcuola per quei poeti, fra i quali Bruni stesso, che, prima conquistati dai fasti elocutivi del Marino, si rivolsero in seguito alla strada tracciata dal Preti: indirizzare il bisogno di originalità rispetto al modello tassiano, riconosciuto come supremo, verso un ricerca di innovazione dei generi.

pp. 5-11

 

Ludovico Dolce, dal Tieste (1543), a cura di Monica Carugo

Pubblica il quarto atto del Tieste di Ludovico Dolce dall’ultima edizione (Venezia, Farri, 1566) sorvegliata dall’autore. L’introduzione associa il nome del Dolce alla tradizionale indicazione storiografica di Giraldi Cinzio quale iniziatore del massiccio riuso del teatro tragico senecano; individua nell’ampliamento degli elementi orrorifici il carattere principale del rifacimento in oggetto, e descrive la macchina del testo pubblicato, che corrisponde al momento di massimo pathos della tragedia: la descrizione del nunzio dell’uccisione dei figli di Tieste e del banchetto allestito con le loro carni al padre.

 

Cesare Giudici, Orologio solare in un muro d’un cacatoio (1685)

Edizione del sonetto Perché bene del Tempo io spenda l’ore («Orologio solare in un muro d’un cacatoio») di Cesare Giudici dalla sua opera La Bottega de’ chiribizzi, Milano, Ramellati, 1685. L’introduzione accenna all’autore e alle sue opere e descrive brevemente la struttura della Bottega; aggiunge altri esempi di rime aventi per tema l’orologio.

 

Girolamo Raineri, Lettera al card. Alessandro Farnese (1560), a cura di Rossana Sodano

Il contributo porta all’attenzione una lettera di Girolamo Raineri conservata presso l’Archivio di Stato di Parma (Casa e Corte Farnese, Epistolario scelto, busta 14 s.v. Raineri, Anton Francesco) datata 9 ottobre 1560; in essa Girolamo parla del fratello maggiore Anton Francesco come ormai deceduto. La presenza nella stessa busta di una lettera di Anton Francesco datata 25 gennaio 1559 consente alla Sodano di accorciare la forbice della possibile data del suicidio del poeta, sulle cui cause il testo della lettera edita non getta luce; l’introduzione propone con cautela la sua sfortuna presso la corte pontificia. Riabilita inoltre la figura di Girolamo e ne riconsidera il ruolo come autore del commento alle Rime del fratello.

 

Tomaso Valperga di Caluso, Ad Horatium (1807), a cura di Massimo Scorsone

Edizione, con traduzione in endecasillabi del curatore, di una satira latina «O cui quum peteres sermoni proxima, Horati» di Tommaso Valperga (n. XIII dei Latina Carmina, Augustae Taurinorum. A. MDCCCVII. In Typographaeo [sic!] Supremae Curiae Appellationis). L’introduzione sottolinea le parentele oraziane del testo e delinea un quadro aggiornato della bibliografia sull’autore.

 

RUBRICHE

Filologi, ai rostri!
Riccardo Massano, Per il ritorno di Luce: “… mentre che vegnan lieti li occhi belli…”

Propone una traduzione del finale di  Petronio, Sat. XXXI evidenziando una catena metaforica giocata sulle paronomasie tra pruna (s.f. = “brace”) e pruna (pl. n. = “prugne”), non altrimenti notata dai precedenti interpreti.

Proposte di correzioni e aggiunte al Grande Dizionario della Lingua Italiana
Integra il GDLI con le voci Congiuro e Perdesignare, ivi non registrate. Aggiunge accezioni e testimonianze per le parole Conviva, Crivèllo, Incàuto.

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