II Conferenza
virtuale


   


Il libro elettronico 
e l'editoria digitale umanistica in Italia 


   

(30/11/2003 - 29/02 2004


    Italianistica Online > eBook Italia Forum 2003 > Relazioni > Salvatore Romagnolo

   


ideata, promossa e coordinata da Luigi M. Reale

in collaborazione con
l'Area Convegni di
365 Giorni in Fiera

(Fiera Internazionale del Libro di Torino)
direttore editoriale
Luciano Simonelli

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Nuovo conteggio
dal 16 ottobre 2001

Salvatore Romagnolo
Gli e-book avranno un futuro nel mercato editoriale?


I formati degli eBook: alla ricerca di uno standard
| Libro elettronico o libro cartaceo? | L'anello debole della catena: i lettori di eBook | Libro elettronico ed editoria fai-da-te: un connubio vincente

[Il testo riproduce con minime variazioni Salvatore Romagnolo, E-book: la lenta affermazione del libro elettronico, tra mercato, istruzione e copyright, aggiornato al 26 maggio 2003, URL <http://www.torinoscienza.it/dossier/view?obj_id=2561&id_lingua=1> (n.d.r.)]



Annunciati come una delle novità più interessanti dell'intero mercato hi-tech, gli e-book hanno stentato a evidenziare tutto il loro potenziale commerciale e culturale. La cosa ha sorpreso molti, visto che l'idea di poter disporre comodamente di libri elettronici, visualizzabili tramite semplici reader in grado di archiviare contemporaneamente numerosi testi, è sicuramente vincente. Uno dei tratti distintivi dei successi hi-tech degli ultimi anni, infatti, è stato la progressiva emancipazione dalla necessità di utilizzare la carta. I successi ormai consolidati e insostituibili di tecnologie come la posta elettronica o, più banalmente, il CAD testimoniano proprio questo: la tecnologia digitale sostituisce l'utilizzo della carta.

In effetti l'ottimismo che, fino a qualche tempo fa, ha circondato gli e-book è giustificato: il libro elettronico è una tecnologia personale, in grado di veicolare agevolmente informazioni e cultura, rendendo più facile la fruizione del testo. Se a questo si aggiunge il fatto che un eventuale mercato degli e-book avrebbe sicuramente un impatto positivo sull'ecologia (portando al risparmio di carta), ridurrebbe notevolmente i costi editoriali e in generale trasformerebbe il concetto di libro da prodotto fisico a prodotto virtuale, si ha sicuramente la ricetta di una tecnologia vincente.

Paradossalmente il libro elettronico non è ancora "decollato", anzi molti degli ottimisti che hanno investito sul nascente mercato della letteratura digitale hanno dovuto rivedere i propri business e adeguarsi alla realtà. Il motivo del ridimensionamento dell'ottimismo sui libri elettronici che, diciamolo chiaramente, non è un fallimento tout-court ma un semplice riadattamento delle aspettative di mercato, è un insieme complesso di fattori, sia di mercato che tecnologici, che riguardano sia la produzione che la fruizione di e-book.


I formati degli e-book: alla ricerca di uno standard

Uno dei motivi del mancato decollo dell'editoria elettronica e del mercato degli e-book è sicuramente l'assenza di uno standard universale riconosciuto. Manca un formato comune, insomma e, incredibilmente, il mercato tende alla moltiplicazione dei formati di libro elettronico, anziché alla creazione di un modello univoco.

Attualmente tra i formati più diffusi ci sono i file .Pdf di Acrobat Reader (prodotto da Adobe), molto utilizzati in ambito informatico puro (difficile trovare un manuale elettronico di un prodotto hardware in un formato diverso, seguiti dal formato .lit di Microsoft Reader. Il formato di e-book della casa di Redmond è più mirato all'editoria pura, tanto da sembrare una sorta di emulazione elettronica dei libri tradizionali, soprattutto per quanto riguarda il formato delle pagine e dei caratteri. A questi due si aggiungono numerosi formati proprietari, a partire dal Palm eBook Reader, diffuso tra gli utenti di palmari Palm, al recente formato proprietario per i libri elettronici da consultare con gli smartphone Nokia.

Indubbiamente, la lotta per l'imposizione di un formato vincente è tra Adobe e Microsoft. La prima può contare su una capillare diffusione sul mercato informatico del suo prodotto che, solo da poco tempo, dispone di una versione per terminali mobili. In effetti i file Pdf sono più documenti elettronici, che veri e propri libri digitali.

Microsoft Reader, invece, è stato concepito quasi esclusivamente per il libro elettronico. Pur non essendo diffuso come Acrobat, il formato ideato a Redmond dispone di alcuni vantaggi importanti. 

In primo luogo produrre un e-book in formato Reader è gratuito: basta scaricare una semplice applicazione da pochi Megabyte dal sito di Microsoft per disporre di un plugin per Word in grado di trasformare qualsiasi documento in un libro, con tanto di indici, titoli, glossari, ecc. 

In secondo luogo la modalità di visualizzazione dei file .lit è davvero molto simile all'esperienza di lettura su un libro reale. Microsoft, infatti, ha puntato molto sulla realizzazione del ClearType, una tecnologia di visualizzazione dei caratteri sullo schermo, in grado di emulare le qualità della carta stampata. In sostanza i caratteri del testo, grazie al ClearType, sono molto più leggibili, sono ottimizzati per il fondo bianco degli e-book e, soprattutto, stancano molto meno la vista. Il successo di questa tecnologia di visualizzazione è stato così marcato, che Microsoft l'ha inclusa sia in Windows XP che in Microsoft Pocket Pc 2002, il sistema operativo per palmari.

Attualmente la situazione sul fronte dei formati per il libro elettronico è statica: la segmentazione di mercato fa sì che Microsoft e Adobe non sentano la necessità di competere più di tanto, visto che Adobe Acrobat ha un'indiscutibile leadership nel campo dei manuali elettronici, delle brochure e, in generale, nella riproduzione digitale di materiale stampato di varia natura. Microsoft, invece, grazie alla vocazione "libraria" del suo prodotto, gode di una posizione privilegiata nel mercato dei veri e propri libri elettronici.

In attesa di sviluppi, chi si occupa di editoria elettronica sembra essersi adattato all'idea di due formati dominanti: alcuni siti dedicati alla distribuzione di e-book presentano i file in entrambi i formati.


Libro elettronico o libro cartaceo? 

Il diffondersi del concetto di e-book ha avviato un dibattito, talvolta illuminante e altre volte decisamente vano, tra sostenitori dei testi elettronici e nostalgici del libro tradizionale. Questi ultimi difendono l'oggetto-libro, inteso come prodotto editoriale con una sua fisicità e specifiche caratteristiche estetiche, a cui aggiungere, caso per caso, l'esperienza (forse un po' feticistica) del libro da parte dell'utente, alle prese con la ruvidità della carta, l'odore della colla di rilegatura, ecc. Queste ultime caratteristiche, pur essendo sicuramente risibili, testimoniano il valore estetico che la nostra cultura attribuisce al libro, ben al di là della sua utilità "tecnica".

La diatriba tra "cartacei" e "digitali" ha visto addirittura intervenire Umberto Eco in persona. L'intellettuale alessandrino è uno tra i pochi appartenenti all'èlite culturale italiana ad aver accolto positivamente il libro elettronico, pur rimanendo un inguaribile bibliofilo. La posizione di Eco è chiara: non c'è niente di male se il libro elettronico si diffonde; se può servire a far leggere anche un solo libro in più, è un'invenzione positiva.

Eco ha anche proposto una distinzione di ambiti di utilizzo: il libro tradizionale può essere un ottimo medium per la narrativa e certa saggistica leggera, mentre l'e-book può essere fondamentale in ambiti quali la ricerca, la documentazione tecnica, in generale tutta la "reference literature" in cui i libri sono consultati più che letti. L'esempio portato da Eco è il dizionario; in versione cartacea è pesante e poco pratico, si consulta di rado e per pochissimi istanti. In questo caso il vantaggio di una pratica versione elettronica è palese: aggiungere il file di un vocabolario elettronico ad un reader di e-book non ne aumenta il peso o l'ingombro.

Al di là delle opposte fazioni e dell'intelligente mediazione di Eco, è palese che l'editoria elettronica non soppianterà quella tradizionale.


L'anello debole della catena: i lettori di e-book

Nell'analisi del fenomeno dell'editoria elettronica non bisogna dimenticare l'aspetto tecnologico. L'hardware, infatti, gioca un ruolo davvero importante nella realizzazione di un successo commerciale. Indubbiamente la scarsa qualità e praticità dei lettori hardware di e-book finora realizzati ha contribuito a tarpare le ali ad un mercato che sembrava pronto a decollare.

Il principale difetto di molti lettori hardware di libri elettronici (scarsamente diffusi in Italia) è il loro costo: i display a cristalli liquidi, anche se monocromatici sono molto costosi, e questo si riflette sul prezzo finale: chi sarebbe disposto a pagare un reader quanto un piccolo Pc portatile?

Il secondo problema è l'autonomia: un libro cartaceo non si "scarica" mai, al massimo si consuma un po' ai bordi. Un libro elettronico, invece, richiede una notevole quantità di energia e, soprattutto, dispone di un'autonomia limitata a poche ore di utilizzo.

Il terzo, e forse più importante, problema dei lettori di e-book è la qualità dell'esperienza della lettura. Leggere del testo su un display a cristalli liquidi retroilluminato, con tutti i problemi di illuminazione, angolazione e orientamento che ne conseguono, non è la stessa cosa rispetto a osservare del testo nero su carta bianca opaca che, invece che emettere o riflettere la luce, la assorbe. La differenza di percezione a livello di fatica oculare è notevole.

Per risolvere il problema, la startup statunitense E-ink ha sperimentato, insieme a Philips e a Toppan, una nuova famiglia di display portatili che "emula" il classico effetto dell'inchiostro sulla carta, non richiedendo più una retroilluminazione e i complessi giochi di orientamento richiesti dai cristalli liquidi. Entro il 2004 la tecnologia dovrebbe raggiungere il mercato, inizialmente con display solamente in bianco e nero, in seguito con visualizzazioni fino a 4096 colori.

Un'altra soluzione innovativa, forse la più importante annunciata finora, è arrivata da Matsushita, che ha presentato un lettore di e-book rivoluzionario, dotato un'autonomia record e di una notevole semplicità costruttiva. 

Il nuovo prodotto, infatti, presenta un display che, a differenza di quanto accade sui comuni schermi di computer, palmari e lettori di e-book, non si aggiorna con un "refresh" per almeno 60 volte al secondo, ma ridisegna l'immagine raffigurata solo ogni volta che l'utente decide di cambiare pagina. 

L'idea di eliminare il refresh dagli schermi sarebbe improponibile per i computer o i palmari, in cui i display devono tenere traccia dei movimenti dei puntatori e degli oggetti mobili raffigurati, ma è assolutamente vincente nella raffigurazione di pagine di testo, che sono assolutamente statiche.
L'eliminazione del refresh è importante anche perché risolve il problema dell'autonomia limitata degli e-book: con due sole comunissime batterie stilo il reader rivoluzionario dovrebbe avere un'autonomia di circa 6 mesi di pieno utilizzo.

Il display senza aggiornamento, tra l'altro, è una tecnologia assolutamente poco costosa, al punto che il nuovo lettore di e-book (che pare sarà chiamato Sigma) avrà un prezzo in linea con i modelli più diffusi attualmente in vendita: appena 250 dollari.


Libro elettronico ed editoria fai-da-te: un connubio vincente

Uno degli effetti più positivi suscitati dalla nascita di un mercato dell'editoria elettronica è il notevole sviluppo della cosiddetta editoria fai-da-te. Quando c'erano solo i libri cartacei, infatti, milioni di scrittori amatoriali o aspiranti autori erano costretti a pagare gli editori di "vanity books" per vedere pubblicate le proprie opere. Grazie alla diffusione degli e-book, chiunque può pubblicare il proprio libro, da distribuire a pagamento o gratuitamente attraverso il Web.

Molti, invece, ricorrono al cosiddetto print-on-demand: baste realizzare un e-book e, con una spesa limitata, è possibile produrne un numero ridotto di copie stampate, a prezzi che partono da 100 dollari a matrice. Con tirature modeste, di circa 300 copie, i rischi e la spesa sono bassi; con la stampa digitale i costi fissi quasi inesistenti.

Esiste anche una versione ulteriormente raffinata di print-on-demand, chiamata publishing on-demand; in questo caso addirittura la singola copia viene prodotta e rilegata da un offset laser industriale al momento della richiesta del cliente.


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