Luciano
Simonelli
L'eBook
delle Pari Opportunità
Quando nei mesi scorsi Barnes&Noble ha
annunciato la sua uscita dal mercato degli eBook si è concluso
quello che si potrebbe definire il primo capitolo della storia del libro
elettronico commerciale. Il capitolo aperto nel 2000 quando Microsoft lanciò sul
mercato la sua visione, il suo business model per produrre, proteggere, vendere
quelli che allora vennero definiti e sono “i libri del terzo millennio”:
Microsoft Reader, i file .lit, il Clear Type che ottimizza la qualità di
“stampa” sullo schermo, il DRM (Digital Rights Management) che “lega” il file
solo al computer su cui è stato scaricato.
L’entrata in campo di Bill Gates produsse uno
scossone al nascente nuovo mercato dell’editoria. Adobe, che dagli inizi degli
anni Novanta era stato il primo ad immaginare il libro elettronico con il suo
Pdf, dette una rinfrescata alla propria tecnologia già estremamente diffusa
quindi, incorporando Glassbook, un’altra azienda che già
operava nel settore, creò il suo eBookAcrobatReader e offrì anche lei
l’opportunità di proteggere con il DRM i libri elettronici fatti alla sua
maniera.
Nacque, infine, anche l’Open eBook Forum che,
supportato da tutti i maggiori gruppi interessati al libro elettronico ha avuto
ed ha tra i suoi scopi quello di produrre uno standard comune.
Sì, grande euforia c’era allora, quattro anni fa
intorno al libro elettronico. Pareva una rivoluzione già fatta – come allora
pareva che qualsiasi novità sul piano tecnologico di lì “a tre anni” (era questo
l’arco temporale di ogni business plan per arrivare a trarre profitti da
investimenti tecnologici) sarebbe stata un grande affare. Tutti ci credevano: i
giornali, la scuola (uno dei temi alla maturità di quel 2000 in Italia fu “Da
Gutenberg agli eBook” offrendo come documentazione un mio articolo
sull’argomento pubblicato su Tuttoscienze de La Stampa) la Fiera
Internazionale del Libro di Francoforte organizzò l’eBook Award dedicato al
miglior libro elettronico…
Ma, nonostante la diffusa convinzione che quella
dell’eBook fosse per l’editoria una “rivoluzione” non eludibile, furono allora
molti gli inciampi che ne bloccarono l’irresistibile ascesa. Ad editori un po’
titubanti o scettici di fronte a una nuova realtà che allora si estremizzava
dicendo che avrebbe addirittura sostituito l’editoria cartacea si contrappose
una realtà in cui:
- venivano presentati sul mercato lettori
portatili di eBook dai prezzi impossibili.
- si offriva la protezione DRM dei file a costi
particolarmente alti per una realtà che ancora non aveva un mercato con numeri
significativi.
- investimenti davvero rilevanti erano quelli
per chi avesse voluto “mettere in casa” la gestione del Digital Rights
Management
- non c’erano, almeno per l’Italia, i numeri dei
“naviganti on line” ovvero dei potenziali clienti dell’eBook. Allora erano non
più di tre milioni gli utenti e la maggior parte di loro si collegava dall'ufficio.
Insomma, all’economia virtuale si contrappose
l’economia reale e fu presto abbastanza chiaro che dal punto di vista
imprenditoriale questa era una strada da cominciare a percorrere guardando molto
avanti, operazione aperta quindi a grandi realtà editoriali, dotate di risorse
finanziarie adeguate per sostenere investimenti a lungo termine. E infatti così
accadde.
Il libro elettronico cominciò a essere gestito
nel mondo soprattutto da grossi gruppi editoriali (in Italia basta citare la
Mondadori) che fecero tutti un “curioso” ragionamento. L’eBook doveva costare lo
stesso prezzo dell’edizione in volume e in alcuni casi, perché no, anche
qualcosa di più. Non si sa come si fosse giunti a questa decisione a livello
internazionale ma si sa, chiaramente, che questo business model si è rivelato un
completo fallimento e l’eBook così non è decollato. E Barnes&Noble, che seguiva
questa linea, ha deciso di uscire da questo mercato.
Io credo profondamente nel libro elettronico sia
come lettore che come editore.
Ci credo così profondamente che quando la
stragrande maggioranza delle case editrici italiane oggi on line storceva ancora
il naso di fronte ad Internet, nel sito istituzionale della Simonelli Editore
(http://www.simonel.com) - era l’inizio del 1997 – aprii la
Biblioteca On Line,
immaginata per offrire a scaricamento gratuito, in formato Pdf, testi di autori
inediti che così potevano cominciare a farsi conoscere o a far circolare i loro
manoscritti fra gli editori. Una esperienza molto interessante che ha smentito
fin dall’inizio - ripeto si era nel 1997 – ciò che ancora oggi molti insistono a
ripetere ovvero che non si può leggere sullo schermo di un computer fisso o
portatile. Migliaia e migliaia furono invece da quella “preistoria” in poi i
fedeli lettori dei molti libri elettronici inseriti nella mia Biblioteca On
Line. E non si trattava di lettori distratti. Erano lettori veri che scrivevano,
che commentavano quanto andavano leggendo sullo schermo del computer.
Una esperienza sul campo, dunque, che mi aveva
convinto come un mercato di “utenti” di libri elettronici ci fosse: occorreva
soltanto che le tecnologie si sviluppassero per trovare un proprio sbocco
commerciale. Uno sbocco commerciale che sarebbe particolarmente interessante per
una casa editrice indipendente se riuscisse a fare così fatturato senza il peso
dei costi di magazzino dei libri, dei costi di spedizione, dei costi di
distribuzione e promozione.
Ma, diversamente da quanto venne detto da più
parti nel 2000, il libro elettronico non deve essere “vissuto” come un sostituto
del libro in volume. Infatti è un altro modo di fare editoria con le sue
modalità sia estetico grafiche sia funzionali. E per la sua intrinseca
economicità deve essere considerato un economico, costare almeno la metà se non
molto di meno della sua eventuale versione stampata. Così ho immaginato i
SeBook,
i SimonellielectronicBook, e li ho definiti appunto l’Economica On Line
offrendoli in vendita a un prezzo-copia che va da un minimo di 2 a un massimo
(ma molto raramente) di 10 Euro.
È stato su questa “filosofia” che ho elaborato il
Progetto eBook di 365 Giorni in Fiera
varato nel maggio dello scorso anno e
realizzato grazie alla collaborazione di Microsoft Italia. Un progetto immaginato per rispondere innanzitutto a tre esigenze:
1 – Offrire a tutte le case editrici,
indipendentemente dalle loro dimensioni e dalle loro risorse, una reale
condizione di pari opportunità per entrare nel mercato del libro elettronico:
investimento zero; trattenuta di una percentuale del 40 per cento su ogni eBook
venduto.
2 – Dare il via a un processo di
“alfabetizzazione” ovvero creare, attraverso dei workshop appositamente mirati,
l’opportunità per ogni casa editrice di apprendere le modalità necessarie per
realizzare libri elettronici.
3 – Mettere a disposizione di ogni casa editrice
che aderisce al progetto la piattaforma di una libreria on line attraverso cui
vendere i propri libri elettronici: è così nata quella che ho battezzato
La
Libreria Internazionale degli eBook ovvero una particolare libreria on line in
cui si possono trovare e acquistare tutti gli eBook prodotti al mondo e in in
tutte le lingue per Microsoft Reader.
Quando lo scorso maggio il progetto venne
presentato erano appena poche decine i libri elettronici in vendita in italiano
nella
Libreria Internazionale degli eBook, attualmente, nel momento in cui
scrivo, sono arrivati già a 546. Una crescita significativa, come è davvero
incoraggiante il numero degli acquisti in rapporto all’offerta e al piccolo
gruppo di editori che finora hanno cominciato a produrre eBook.
Ma il cosiddetto processo di “alfabetizzazione”
degli editori è in corso e il 2004 vedrà certamente scendere in campo
molte altre case editrici. Anche sull’onda dei trend delle vendite sia negli
Stati Uniti sia nel Giappone dove dalla seconda metà del 2003 è davvero decollato il
libro elettronico.
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