La sezione italiana di Amnesty International ha pubblicato recentemente un opuscolo informativo sulle violazioni dei diritti umani durante la "guerra al terrore" (Amnesty International - La tortura nell'era della "guerra al terrore" - EGA Editore - Torino, maggio 2006 - € 4,00, pp. 32). In questa sede non posso affrontare i temi centrali dell'opuscolo, ma certo ne posso suggerire la portata citando l'interessante (interessante per l'occhio linguista) box dedicato alle "precauzioni semantiche" cioè le strategie atte a "chiamare vecchi metodi con nomi nuovi".
Si tratta di un altro triste capitolo da aggiungere al fenomeno dell'eufemese nei suoi aspetti più intenzionalmente politici (e criminali).
Cito alcuni dei passi riportati nell'opuscolo ricordando che la tortura, quale che sia il suo nome, è condannata dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura come crimine contro l'umanit . Altri commenti sarebbero superflui.
Manipolazione ambientale:il prigioniero viene esposto a temperature estremamente calde o fredde, illuminazione intensa costante, oscurit permanente o musica ad alto volume, compresi brani selezionati appositamente per recare offesa alla vittima.
Regolazione del sonno:il prigioniero viene svegliato in continuazione.
Galleggiamento:la testa del prigioniero viene immersa nell'acqua fino a un istante prima dell'annegamento.