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nomi astratti e nomi concreti

(5 posts)
  • Started 12 years ago by rossoconero
  • Latest reply from rossoconero

  1. Anonymous
    Unregistered

    Ho letto giorni fa in una rivista (l'argomento era presentato a mò di quiz) che, se i nomi astratti identificano qualcosa di impalpabile e non raffigurabile se non con immagine allegorica (ad esempio "virtù", "stupidità") i nomi concreti non sono soltanto quelli di animali, cose od oggetti, insomma di cose tangibili, ma anche quelli di cose che si pensa possano esistere o essere esistiti (esempio "gli angeli" il "leviatano"). A mio parere questa spiegazione è un pò riduttiva, e la definizione di nome concreto andrebbe un pò rivista: a rigor di logica tra i nomi concreti dovrebbero rientrare, e chiedo conferma, anche parole come "elfi", "gnomi", "arpìe" "ippogrifo", "centauro": tutti soggetti dichiaratamente fantastici, di cui nessuno insinua l'esistenza.
    Inoltre mi stuzzica un'ulteriore domanda: non so se nell'antica Grecia gli Dei fossero solo un topos letterario o se una nutrita folla ci credesse, ma "gli dei" istintivamente mi sembra unnome concreto. Dio invece? E' altrettanto concreto?
    Non è un quesito teologico, ma solo di lingua italiana, e tutt'al piu filosofico.

    Posted 12 years ago #
  2. alessandroaresti
    Moderator

    Le parole che designano le creature fantastiche che ha nominato e Dio (inteso come divinità antropomorfa) sono certamente concrete: i referenti sono infatti percepibili dai sensi. E' vero che in certi casi non è semplice tracciare una linea divisoria tra le due categorie (una parola come "arrabbiatura" è concreta o astratta?): non è però sicuramente il caso degli esempi fatti.

    Alessandro Aresti

    Posted 12 years ago #
  3. Anonymous
    Unregistered

    La sua spiegazione è comunque chiara, ma un dubbio ora è : cosa si intende in questo caso per "referenti" ?

    Posted 12 years ago #
  4. alessandroaresti
    Moderator

    Il "referente", in linguistica, è l'"oggetto" denotato da una particolare forma linguistica: abbiamo una parola, ad esempio "cane" - formata da una serie di suoni (nel parlato) o di lettere (nello scritto) - e un'entità della realtà esterna - il referente, in questo caso un animale a quattro zampe con determinate caratteristiche - a cui tale "etichetta" è stata (arbitrariamente) attribuita.

    Alessandro Aresti

    Posted 12 years ago #
  5. Anonymous
    Unregistered

    Non si finisce mai di imparare.

    Posted 12 years ago #

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