Dal seminario ADI (Associazione degli Italianisti Italiani) tenutosi a Roma lo scorso 17-18 giugno sono emerse una serie di questioni rilevantissime per l’italianistica sia nell’ambito dei nuovi ordinamenti universitari e della scuola superiore sia riguardo al futuro generale della disciplina.

Nella sua [1] relazione, il segretario dell’Associazione, Amedeo Quondam, invita a riflettere su “una serie di questioni rilevantissime, che riguardano non solo l’assetto attuale della disciplina rispetto ai nuovi ordinamenti universitari e alla riforma della scuola secondaria superiore, ma soprattutto sollecitano a guardare avanti, ben oltre le caotiche, a volte, congiunture, per iniziare a riflettere sull’italianistica del futuro, assumendo responsabilmente quanto è nelle disponibilità (se non negli obblighi) di tutti noi che operiamo oggi”. Quondam così riassume gli obiettivi primari individuati dall’assemblea dei soci nel corso del Seminario:

1. nuovi ordinamenti: sviluppo del monitoraggio dell’offerta didattica italianistica nel sistema universitario italiano; possibili proposte di armonizzazione dei contenuti didattici e di impostazione tipologica degli strumenti di studio (Anselmi e Nozzoli);
2. dottorato: censimento dei dottori in italianistica; studio di fattibilità
   per l’edizione in rete delle tesi in formato digitale; riordino degli assetti (attrattività e internazionalizzazione) in considerazione delle nuove procedure di valutazione (Vecce);
3. ricerca e produzione scientifica: analisi delle tendenze dei pubblici finanziamenti; definizione di standard internazionali per i periodici e le pubblicazioni, per indispensabile e urgente adeguamento ai nuovi criteri di valutazione (Battistini e Surdich);
4. avvio di relazioni europee e internazionali tra le associazioni di italianisti (Finotti, Guglielminetti).