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Riviste di italianistica: la legge del mercato (e la concorrenza?)
Posted By Luigi M. Reale On 17/7/2010 @ 4:25 pm In Letture | Comments Disabled
C’è un editore in Italia che pubblica ormai quasi tutte le più prestigiose riviste accademiche dell’area umanistica.
Le fa stampare con caratteri propri e rilegare con eleganze da bibliofili, quindi le vende a caro prezzo. Nulla di male, perché è merce rara e, per la sua raffinatezza, ben gradita ai cultori delle “umane lettere”.
Nulla di male, se non fosse - protesta però qualcuno - che trattandosi di pubblicazioni accademiche sono finanziate in partenza con soldi pubblici e riacquistate in abbonamento dalle stesse università: l’editore si ripaga così ampiamente le spese di produzione e distribuzione, senza rischiare un centesimo. Potrebbe dunque rivenderle a prezzi ragionevoli, e invece no. Ne detiene il monopolio e vuole (giustamente) guadagnarci, ricavandone il massimo profitto: “è la legge del mercato, bellezza…”.
Strano allora che a [1] qualcuno venga in mente di contestarlo o addirittura boicottarlo. E sì, perché qualcuno che quelle riviste le conosce bene, che di quella materia ne sa almeno un po’, si rende conto che la speculazione non ha limiti, che i poveri illusi della carta stampata, del volume elegante, sono ormai soggiogati e non reagiscono.
Rinserrati in quella gabbia d’oro, i direttori delle riviste non sanno più come uscirne: da un lato riconoscono che i prezzi sono esorbitanti e le nostro biblioteche in tempi di crisi sono costrette a disdire gli abbonamenti, ma dall’altro (vincolati forse da non sappiamo quali contratti-capestro) non riescono a rinunciare a tanta grazia. Perché mai, infatti, avrebbero deciso di affidarsi a quell’editore, se non per la qualità della sua tipografia?
Il mistero rimane. Ma quella tipografia eccellente non è certo l’unica in Italia o nell’universo globo terraqueo e allora, si direbbe alla fine, perché non rivolgersi altrove: “è la legge della concorrenza, bellezza…”. Chissà dunque che l’editore, per restare sul mercato, non si persuada ad abbassare (e di molto) i prezzi.
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[1] qualcuno: http://www.claudiogiunta.it/?p=518
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