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Congedo
di Luigi M. Reale
La prima conferenza virtuale telematica sul libro elettronico e l'editoria digitale umanistica in Italia si chiude oggi. Ma vorrei considerarla come la prima fase di una riflessione che si è avviata, perciò preferirei dire, piuttosto, che si conclude per adesso, limitatamente a questo esperimento, e non per questo si chiude.
Ci sono ancora tre relazioni annunciate e però (per ragioni diverse) non più presentate nel corso di questi due mesi. Ho sollecitato i relatori affinché le presentino comunque entro quest'anno e saranno quindi messe online appena pervenute. Se dunque ufficialmente la conferenza si conclude (e con essa anche la possibilità di iscrizione), il confronto rimane invece aperto. Le pagine della conferenza continueranno ad essere accessibili a tutti (e non
sono pochi) i visitatori di Italianistica Online e a quelli di 365 Giorni in Fiera (per la cortesia del direttore editoriale Luciano Simonelli, che qui pubblicamente ringrazio).
Tuttavia la mancanza di un effettivo dibattito rispecchia la situazione attuale. Sembra che ancora non ci siano molti pronti a discutere sull'argomento in maniera consapevole e articolata. D'altronde, i pochi forum italiani attivati (e tuttora attivi) sull'e-book confermano questa osservazione. Si chiacchiera volentieri del libro elettronico, ma pochi -
fatta eccezione ovviamente per gli addetti ai lavori del settore editoriale - sono quelli che possano e riescano a parlarne in modo non generico.
Sono convinto che sia necessario intraprendere il maggior numero possibile di iniziative di informazione e formazione sul libro elettronico, non come oggetto di moda e di consumo, non come alternativa eccentrica al libro
cartaceo, ma come importante canale di distribuzione dell'informazione e della cultura. Credo che la digitalizzazione non debba essere considerata dal punto di vista del profitto, ma come incentivo alla libera diffusione della cultura, che stimola poi la stessa diffusione del libro cartaceo. Il libro tradizionale non morirà mai e certo non verrà soppiantato dal libro elettronico. Chi per caso continuasse ad affermare fandonie simili, non ha forse cognizione di che cosa sia un libro elettronico.
Pensiamo ancora una volta alla (sia pure relativa) facilità con la quale, grazie alla digitalizzazione, vengono resi accessibili in Internet contenuti testuali che sarebbero altrimenti di difficile reperimento. Proprio l'altroieri ho scoperto in Rete la versione e-book (PDF) della
Storia di Spoleto di Achille Sansi, una rara edizione ottocentesca in sette volumi, ristampata nel 1972 dall'Accademia Spoletina, arricchita dalla trascrizione di una parte inedita a cura di Michele Spadavecchia (disponibile nel sito
www.piazzaduomo.org oppure
www.spoletostoria.org). Questa preziosa fonte di storia patria è altrimenti consultabile solo in alcune biblioteche civiche. Mi sembra che l'edizione digitale gratuitamente acquisibile in e-book sia un ottimo contributo alla sua divulgazione.
Dei sei punti di discussione che avevo previsto, il quinto riguardava la funzione dell'e-book come strumento didattico, ma anche come ambiente di apprendimento. Lo scenario della scuola italiana si trasforma per forza
esterna, ma è un cambiamento piuttosto lento in effetti, all'interno delle scuole. Si discute tanto, anche a livello istituzionale, di alleggerire il peso delle cartelle (usiamo ancora il vecchio termine) che i ragazzi portano
ogni giorno a scuola; perché allora non adottare i libri di testo in e-book? Ma chi conosce la realtà della scuola italiana sa bene che questo, almeno adesso, è un bel sogno, da tutti i punti di vista.
Il libro elettronico presuppone una cultura non elettronica. In ogni caso, presuppone una cultura. Cerchiamo di costruirla.
Formulo infine un cordiale invito a tutti voi perché continuiate a consultare il dossier, che sarà costantemente aggiornato e accresciuto.
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