Massimo Boccuzzi
Verso il
non-libro
Era
il 1998 quando mi sono collegato a Internet per la prima volta.
Digitando su un motore di ricerca la parola letteratura, i
link proposti mi fornirono un panorama che per la massima parte già
intuivo. La forma mentis da pubblicitario esperto di prodotti mass
market, mi aveva già fatto immaginare il quadro di tre schieramenti
contrapposti: lo zoccolo duro della cultura con la C maiuscola, che
snobbava totalmente Internet; qualche avanguardia di giovani
assistenti universitari che vi vedevano una qualche possibilità di
carriera, e una folla gigantesca di “scriventi” pronti a
riversare nel nuovo media il loro “vomito dell’anima”, fino ad
allora rimasto chiuso nei cassetti o facente parte delle tonnellate
di carta da macero che ogni giorno venivano spedite per posta agli
editori seri, meno seri e truffaldini.
Dal momento che tutto quello che passava attraverso Internet era
considerato niente più che un gioco innocuo e curioso, la stampa
qualificata di allora dedicò centinaia di pagine a questo nuovo
vezzo, contribuendo al successo di alcune iniziative che oggi sono
quasi tutte morte e sepolte, o nel migliore dei casi agonizzanti
nella polvere. Poi Internet esplose come mezzo di comunicazione di
massa, arrivarono la new economy e i portali, i telefonini e
il trading on line. La letteratura in Internet fece un passo
indietro, perché mentre a sostenere i libri di carta ci sono un bel
po’ di soldi pubblici, per Internet non c’era nessun presupposto
di speculazione o sopravvivenza. Inoltre, le abitudini di quei pochi
che in Italia ancora leggono, erano così legate alla carta che,
nonostante il buon incoraggiamento di consumare qualche milione di
cartucce d’inchiostro per leggersi delle schifezze, alla fine
hanno abbandonato il campo. Non solo lo hanno abbandonato, ma, come
pettegole di paese, hanno preso a criticare qualsiasi cosa che di
letterario cercasse di muoversi sul web. Sull’onda di questa
emozione i guru dell’editoria hanno cominciato a sentenziare su
quanto fosse sbagliato non filtrare la letteratura, dando in pasto
tutto a tutti, e tutti gli hanno dato ragione. Dunque sono riusciti
a farci credere a due tipi di letteratura: quella alta,
rappresentata dagli editori e “finanziata”, e la “monnezza”
di Internet. Non solo, ma per la grande editoria proporre in
alternativa la loro produzione marketing-oriented rispetto ai siti
spazzatura è stato un gioco da ragazzi. Non pochi editori hanno
creato in Internet spazi alternativi a quelli che nascevano
spontanei, di gran lunga più professionali e accoglienti.
Facendo un semplice discorso economico, ci troviamo di fronte ad un
mercato editoriale falsato, per privilegi, sostegni e quanto altro
verso il libro di carta, e che lascia presupporre che ciò che oggi
arriva in libreria è, per la massima parte, un prodotto sostenuto
(se non creato) dalla pubblicità, imposto ai lettori, ma
soprattutto non rappresentativo della produzione letteraria
possibile oggi. Titoli-prodotto, né più, né meno di una nuova
marca di merendine.
Gli e-book si sono inseriti in questo contesto con una potenzialità
e una responsabilità enorme. Le tecnologie che ci sono dietro,
oltre a permettere una migliore leggibilità rispetto al testo in
linguaggio html, li fanno magicamente assomigliare ai loro ricchi
cuginetti di carta e, in qualche caso. li rendono addirittura più
comodi, includendovi le possibilità di interazione e di
interrogazione elettronica. Il formato .lit di Microsoft ha aggiunto
a queste potenzialità, il vantaggio di una compressione enorme, che
rende possibile il prelievo di un volume di migliaia di pagine in
una manciata di secondi di connessione. Gli editori, soprattutto
Mondadori e Fazi, hanno sposato questo nuovo sistema Internet
immediatamente, anche se più per l’esigenza strategica di
presidiare un’area importante, che per fare affari.
Da “cane sciolto” di Internet, e proprietario di biblioteche
digitali telematiche che proponevano una selezione letteraria più
qualificata rispetto ad altre esperienze concorrenziali (visto
l’alto numero di autori poi esorditi o addirittura provenienti
dall’editoria cartacea) ho pensato che l’e-book era la risposta
più soddisfacente all’idea di biblioteca-libreria che andavo
concretizzando con i cinque siti *
Internet di oggi e con quelli in progetto di attivazione.
All’inizio avevo messo in conto una perdita secca dei lettori
affezionati alla formula html che ero riuscito a proporre, per poi
iniziare a rivolgermi ad un target assolutamente diverso. In pochi
mesi i siti passarono dai 17.000 lettori mese a nemmeno mille, per
poi risalire in un solo anno ai 50.000 di oggi. Non solo, ma essendo
l’e-book un forte concorrente del libro cartaceo e del mercato così
come lo intendiamo oggi, tutto il sistema della stampa qualificata
(contrariamente a quanto era accaduto con la prima letteratura in
Internet) ha rivolto il pollice verso, con una quantità di
articoli, editoriali, commenti, studi e chi più ne ha più ne
metta, che annunciavano rispettivamente il flop, l’insuccesso, la
formula sbagliata degli e-book. E più questi articoli si
moltiplicavano, più vedevo, nella segretezza del mio admin-server,
i lettori e i potenziali buoni autori crescere di giorno in giorno.
Oltre a questo l’altro popolo di Internet, quello dell’open
source a tutti i costi, nell’apprezzabile battaglia contro i
formati proprietari, ha finito col dare una mano a chi voleva
rallentare l’espansione degli e-book ignorandola o parlandone
male, e ciò nonostante che si sia stati i primi (e ancora gli
unici) in Italia a proporre e-book in formato non proprietario e con
gnu-software per Palm, Mac, Linux e PC, quasi totalmente ignorati.
Naturalmente con i numeri bisogna stare attenti. Migliaia di copie
di un e-book distribuito gratis non sono molto significative in
termini di business. L’aspetto che più conta però è che il
sistema è abbastanza maturo per affrontare il pubblico dei lettori
in primis e ricavarsi lo spazio autonomo rispetto ai libri di carta
che gli è proprio.
I primi esperimenti in sinergia con le biblioteche e-book gratuite,
nascono con tre editori molto diversi tra loro. Assieme alla
raffinata Leo Olschki, attraverso promo disponibili in
Danteide.com, e con altri progetti che nasceranno a breve; con la
collana “Strade Bianche” di Stampa Alternativa in esclusiva
e-book presentata all’ultima edizione della Fiera del libro di
Torino; e con le Edizioni D’If che porteranno fino alla Fiera di
Francoforte i primi titoli di una collana, i “pipistrelli
elettronici”, che affiancherà la collana cartacea esistente per
il settore scolastico. Esperimenti che dimostrano risultati di
business in linea con le aspettative di un investimento sul
cartaceo, ma che sono state condotte con l’abbattimento del 90%
dei costi rispetto agli investimenti tradizionali.
Quali strade si apriranno allora? Per adesso due, entrambe
interessanti.
La prima riguarda il mondo degli editori tradizionali. Questi
possono finalmente risolvere attraverso gli e-book problemi di lunga
data, come le giacenze di magazzino, quello degli esauriti che non
è più conveniente ristampare e, soprattutto, quello di riportare a
reddito con questo nuovo sistema il capitale letterario loro per
diritti, ma non più redditizio.
La seconda, molto interessante, riguarda la conquista di nuovi
target di lettori. Quelli propri del mezzo Internet, se potessimo
prenderli tutti insieme (vale a dire sommare quelli che ogni giorno
visitano pagine di letteratura sul web) sarebbero grosso modo due
milioni e mezzo di persone.
Due milioni e mezzo di persone rappresentano il pubblico di una
media trasmissione televisiva e sono più o meno il totale di
mercato di tutta la televisione via cavo italiana. Un target
piuttosto importante, che sarà sempre più sollecitato dalla
mutazione dei linguaggi (guardiamo cosa è successo con gli SMS dei
telefonini). Come tutti i nuovi media dunque, l’e-book non ucciderà
il vecchio libro, ma si evolverà creando un nuovo pubblico. Un
pubblico che pretende, ad esempio, che al libro sia restituita la
forma d’evasione di un tempo, oggi presidiata dalla velocità e
praticità del cinema, del fumetto popolare, di certe trasmissioni
tv. L’e-book in evoluzione verso il non-libro e che, pur nei
limiti della capacità della parola scritta, sembra (almeno a me)
fatto apposta per questo. Sto ad esempio lavorando a idee di
personaggi seriali, su particolarissimi feuilleton e su certe
interessanti fusioni possibili tra fumetto e weblog… ma ne
parleremo senz’altro al prossimo forum.
* siti web di riferimento
http://www.romanzieri.com
http://www.solotesto.com
http://www.superlibri.com
http://www.danteide.com
http://www.lettoricreativi.com
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