Nicola Cavalli
L’editoria
scientifica e l’e-book: produzione, presentazione e fruizione
L’intento
di questo contributo è duplice: si propone in primo luogo di
analizzare alcuni casi concreti di utilizzo delle diverse tecnologie
di pubblicazione elettronica in ambito scientifico, ed in secondo di
provare a porre le basi
per un’analisi delle interrelazioni fra modalità di
commercializzazione e di presentazione e modalità di fruizione.
Quale e-book per l’editoria scientifica ed accademica? La
pubblicazione elettronica e la tecnologia e-book possono cambiare le
modalità di utilizzo e di fruizione del prodotto editoriale
elettronico? Vengono quindi a costituirsi come le due domande chiave
su cui si vuole riflettere in queste “pagine”.
In un campo comunque nuovo, anche se di e-book se ne parla da ormai
qualche anno (il 2000 è stato definito l’anno degli e-book), e
sicuramente caratterizzato da forte innovazione, è necessario
specificare bene i termini che si usano.
Utilizzerò il termine e-book in un senso abbastanza ampio: esso, a
mio parere, deve comprendere i diversi modi in cui si pubblicano i
testi sul Web, a condizione che si differenzino da quelle unità
testuali che chiamiamo siti, portali o quant’altro.
Per e-book intendo, quindi, la pubblicazione elettronica sia di
romanzi, saggi, riviste periodiche (che altro non sono che raccolte
di articoli), poesie, o, in generale, monografie. In questa
definizione vengono quindi incluse molte delle tecnologie oggi
presenti sul mercato, sia quelle sviluppate seguendo le indicazioni
del consorzio “e-book forum”, sia quelle figlie del portable
document format della Adobe.
Questa precisazione è importante perché sono proprio le riviste
elettroniche (e-journal, quindi, e non e-book) a presentare
caratteristiche fortemente innovative, rispetto ad alcune dimensioni
cruciali quali le modalità di produzione, di commercializzazione, di
presentazione e di fruizione.
Oggi la sfida per l’editoria scientifica è di utilizzare al
meglio la tecnologia e-book per dare nuova vita al settore delle
riviste, da sempre critico.
Le riviste scientifiche (sia cartacee che elettroniche), come è
noto, hanno la necessità di essere disponibili per la fruizione nel
minor tempo possibile. La tecnologia Internet è quindi ovviamente
utile in questo senso: ragione per la quale le riviste scientifiche
stanno rapidamente diventando (moltissime lo sono già) anche
elettroniche.
A ben vedere le caratteristiche che rendono il campo delle riviste
scientifiche particolarmente fertile per le tecnologie di
pubblicazione elettronica sono molte. Fra queste ci sono sicuramente
il valore economico e scientifico del materiale pubblicato, la
necessità di essere disponibile, consultabile e analizzabile nel
modo più efficiente possibile ed il fatto di non essere prodotti
destinati al mercato di massa.
L’ e-book può, quindi, essere una chiave con cui affrontare
alcuni dei problemi e dei limiti “tradizionali” dell’editoria
scientifica ed in particolare il settore delle riviste accademiche e
scientifiche.
Il panorama editoriale attuale presenta molti esperimenti
interessanti. Ovviamente i casi pionieristici sono stranieri, ma
anche in campo italiano editori grandi e piccoli hanno intrapreso la
strada della pubblicazione di e-book.
Rimane comunque un abisso fra le possibilità di realtà editoriali
quali Elsevier, Kluwer, Wiley, Ingenta e quelle degli editori
italiani.
Io tratterò brevemente del caso del nuovo sito Ebookstore
dell’editore olandese Kluwer e delle riviste elettroniche di
Franco Angeli per quanto riguarda il panorama italiano. Entrambi gli
esempi presentano caratteristiche interessanti, che cercherò di
evidenziare, e che possono essere interessanti per vedere come la
rete di interrelazioni fra
dimensioni di commercializzazione e di fruizione sia complessa.
Lanciato ufficialmente il 23 Aprile 2002, il sito Ebookstore
(rintracciabile all’URL <http://ebooks.kluweronline.com/Default.asp>)
si propone come una libreria virtuale di titoli accademici e
scientifici pubblicati dal famoso editore.
I testi sono in formato .pdf e sono fruibili tramite il software
Adobe ebook reader. I libri elettronici
sono protetti tramite il sistema DRM (digital rights
management system), promosso dalla Microsoft e da altri colossi
del mercato editoriale e tecnologico, ed implementato dalla società
statunitense OverDrive.
I titoli sono attualmente circa 400 in diverse ambiti disciplinari,
ma la collezione cresce costantemente. I metodi di acquisto per il
consumatore finale sono quelli tradizionali dell’E-Commerce.
Ciò che interessa evidenziare di quest’iniziativa, per molti
versi abbastanza “convenzionale” rispetto al panorama attuale
(OverDrive sviluppa ed ha sviluppato soluzioni “chiavi in mano”
molto simili per diverse realtà editoriali, fra le quali McGraw
Hill, Penguin, HarperCollins e quasi tutte le maggiori case editrici
mondiali) sono due caratteristiche peculiari.
La prima riguarda il tipo di testi che vengono venduti in formato
e-book, la seconda l’offerta che l’editore fa alle biblioteche.
La strategia editoriale di Kluwer sembra infatti quella di rendere
disponibili in versione elettronica dei testi non certo recentissimi
e di stretta attualità. Non viene quindi sfruttata la possibilità
di accorciare le distanze spazio-temporali fornita dalla tecnologia
Internet e sfruttata dall’e-book.
La motivazione di questa scelta è data dal fatto che si può
sperimentare con più libertà sui titoli che hanno già dato (o non
dato) i loro risultati. A questa caratteristica è collegata una
seconda peculiarità, riguardante il prezzo di vendita. Esso,
infatti, è di circa un
20% inferiore al prezzo della versione cartacea. Il risparmio c’è,
ma non è, forse, dell’ampiezza che ci si potrebbe aspettare.
La seconda, riguardante l’offerta commerciale che viene rivolta
alle biblioteche ed alle istituzioni in generale, è sicuramente
innovativa ed interessante. Con quest’offerta l’editore coglie
le potenzialità innovative dell’e-book e le sfrutta in modo
compiuto. Viene offerta, infatti, la possibilità di sottoscrivere
delle site licenses a prezzi altamente competitivi attraverso
le quali viene concesso l’accesso simultaneo ad una pluralità di
utenti a tutte le risorse presenti nel pacchetto (fino ad arrivare a
tutte gli e-book del sito).
Grazie a quest’offerta, quindi, le biblioteche hanno la possibilità
di fornire l’accesso ad uno stesso testo a più utenti
contemporaneamente, eliminando i problemi di prestito e
sovrapposizioni nella consultazione della, spesso unica, copia
disponibile. Le biblioteche, inoltre, hanno la possibilità di
offrire un ventaglio di risorse maggiore, grazie alle condizioni
economiche dell’offerta commerciale.
Il tentativo dell’editore segue due direzioni ben diversificate in
relazione a due mercati, quello dei consumatori finali e quello dei
consumatori istituzionali, chiaramente distinti.
Rispetto ai consumatori finali, quindi, tenta di far fruttare,
scontandoli un poco, dando loro un’aura di novità e di
avanguardia grazie al nuovo formato e fornendo le possibilità di
ricerca e di annotazione offerte dall’e-book reader, dei titoli
che, in versione
cartacea, avrebbero quasi finito di esistere.
La strategia commerciale, in questo caso, è quindi molto
intelligente e mira ad ottimizzare il rapporto costi-benefici. Anche
rispetto ai consumatori istituzionali la strategia commerciale è
sicuramente interessante perché, offrendo, grazie ad un sapiente
utilizzo della tecnologia, possibilità
prima inimmaginabili, si viene a creare una situazione in cui i
vantaggi sono tangibili per i soggetti produttori, per gli attori
istituzionali e per i fruitori finali.
Sintetizzando, il sito Ebookstore si caratterizza per una modalità
di presentazione convenzionale e tradizionale (non è praticamente
possibile distinguerla da quella delle librerie virtuali che vendono
testi cartacei) e per
delle strategie commerciali innovative (site licenses e
titoli di un certo tipo a prezzo vagamente ridotto) che potrebbero
rivoluzionare i comportamenti degli utenti finali in diverso modo:
pensiamo, ad esempio, all’abitudine, che dovrebbe venire a
crearsi, di non chiedere il prestito del libro ma di doverlo
consultare in biblioteca e di dover copiare solo le parti che
veramente interessano.
In
conseguenza di un abitudine di tal genere scaturirebbero altre
modificazione nel modo di studiare, di scrivere, di ricercare, si
verrebbe a creare una sorta di intelligenza connettiva, come ha
teorizzato De Kerckhove.
L’altro esempio di cui voglio discutere è l’esperimento dei download
credit dell’editore milanese Franco Angeli.
Sul sito della casa editrice (URL <http://www.francoangeli.it/Riviste/Default.asp>)
vengono offerte informazioni sulle riviste della casa editrice e sui
modi di sottoscrivere l’abbonamento cartaceo. Oltre a ciò viene
offerta la possibilità (differente per sottoscrittori alle riviste
cartacee e non) di acquistare un download credit, che da
diritto a scaricare un numero prefissato di articoli di qualsiasi
rivista di questa casa editrice.
Questo servizio viene presentato in modo molto convenzionale, non
differenziandolo dalle consuete e tradizionali informazioni sulle
testate. Il metodo di commercializzazione è, invece, innovativo,
tentando di sviluppare una fidelizzazione verso i titolo di
quest’editore. Il download credit non è, infatti, legato
ad una testata, ma è valido per tutte le riviste edite da Franco
Angeli.
Certamente quest’iniziativa sarebbe assai più allettante se
sviluppata in consorzio con altri editori, per fornire un panorama
di scelta più ampio (vedi gli esempi delle licenze del Project Muse,
URL <http://muse.jhu.edu/>,
e di Ingenta, URL <http://www.ingenta.com/>). Bisogna comunque notare che quest’editore rappresenta
certamente uno dei punti più avanzati nel panorama italiano per
quanto riguarda la pubblicazione elettronica in campo scientifico.
Anche in questo caso una modalità di presentazione assolutamente
tradizionale (gli articoli acquistati, oltretutto, vengono
visualizzati con il semplice Acrobat Reader, non con Acrobat E-book
Reader) viene associata ad una modalità di commercializzazione
innovativa.
Abbiamo, quindi, visto come l’e-book stia stimolando in modo forte
nuove modalità di commercializzazione del prodotto editoriale,
divenuto elettronico. D’altra parte le modalità di presentazione
ed i formati utilizzati, non sono altrettanto innovativi e non
sfruttano a pieno le potenzialità offerte dalla tecnologia.
Questo fatto si può spiegare, a mio parere, analizzando la fitta
rete di interrelazioni esistente fra modalità di produzione, di
presentazione, di commercializzazione e di fruizione degli e-book.
Nell’analisi dell’impatto sociale delle Nuove Tecnologie di
Comunicazione e nello studio dei suoi nuovi prodotti editoriali
questo schema concettuale porta con sé un buon potere
esplicativo.
Per utilizzare questo schema è bene tenere presente il concetto di
rete di relazioni (vedi la tradizione della network analysis)
che, teorizzando la retroattività delle influenze e
l’interdipendenza dei fattori in gioco, bene si adatta alla
condizione di “onnipresenza elettronica” tipica del Web e
favorita da alcune tecnologie, fra le quali l’e-book.
In virtù di questo schema di analisi non si deve, quindi, pensare
che i consumatori finali e quindi le loro modalità di fruizione
siano determinate esclusivamente dalle modalità di
produzione.
Gli utenti finali sono, infatti, i responsabili ultimi della
creazione e della consolidazione o meno di uno standard. La
standardizzazione è una condizione
fondamentale per raggiungere la condizione di trasparenza della
tecnologia, che è a sua volta fondamentale per l’affermazione di
una tecnologia stessa e delle diverse caratteristiche che essa porta
con sé.
In quest’ottica la scelta di utilizzare modalità di presentazione
del nuovo prodotto elettronico alquanto tradizionali e poco
innovative, può essere spiegato con il timore che il pubblico non
sia ancora pronto per funzionalità e caratteristiche che si
discostino troppo da quelle tradizionali.
D’altronde, se queste iniziative non avranno il successo sperato,
le modalità di presentazione saranno costrette ad evolversi in modo
più deciso. Una tecnologia, soprattutto quelle legate al Web,
vivono questo processo di retroazione continua proprio in virtù
della facilità di comunicazione e di interconnessione che le
moderne tecnologie di comunicazione offrono.
Se, quindi, il mercato, fino ad ora, non ha sfruttato a pieno le
possibilità offerte dalla tecnologia dell’e-book, è forse perché
sembra che le abitudini dei consumatori non siano abbastanza evolute
per apprezzarle. La comunità di persone interessate all’e-book in
modo attivo e consapevole è ancora troppo esigua, almeno in Italia,
perché riesca ad esercitare una certa influenza. Un’iniziativa
come quella di Mario Pozzi dell'Università di Torino (URL <http://www.multidams.unito.it/miur/home.htm>).
è sicuramente un primo passo in tale senso: va sottoscritta in
primo luogo per il suo contenuto, e poi anche per il suo valore
simbolico.
I libri elettronici si presentano ancora molto legati alla
tradizione cartacea per quanto riguarda le modalità di costruzione
del testo e di presentazione dello stesso. Oltre alla novità del
prodotto editoriale in questione, ciò si può spiegare in virtù
della persistenza dei generi testuali e comunicativi, che permettono
un maggiore grado di comprensione e di fruibilità. Per ora ci
troviamo di fronte a degli e-book che non sfruttano a pieno le
possibilità di ricerca sul testo, di annotazioni e rimandi
ipertestuali, di arricchimento multimediale. Sicuramente, col
passare del tempo, ci troveremo a poter (o dover) utilizzare dei
prodotti editoriali, degli e-book, potenziati e maggiormente
differenziati dal libro cartaceo.
Certo le strade possibili sono diverse ed è difficile tracciare il
percorso che l’evoluzione dell’e-book seguirà, che funzione avrà
per l’editoria scientifica e non, per la struttura delle
biblioteche, per la letteratura o per il mercato librario. Un buon
metodo per analizzarlo, a mio parere, è appunto quello di valutare
l’insieme della rete di relazioni fra aspetti economici e
produttivi, aspetti tecnologici, determinanti socio-culturali ed
istanze creative. Si tratta di analisi che implicano molte variabili
e diversi schemi di interrelazione, le uniche, ormai, capaci di
spiegare la crescente complessità del mondo moderno.
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