Fausta Samaritani
Esperienze (ed esperimenti) di editoria elettronica su Internet:
la Repubblica Letteraria Italiana online
dal Web al CD-Rom
«Benché
vivente per la grazia di Dio nell’anno di felicità e
d’indolenza 2222 e benché l’arte di scrivere sia già andata in
disuso come una minchioneria senza costrutto, pure, e per variare la
qualità delle noie umane e per dar prova che i pronipoti non sono
dammeno dei trisarcavoli, e per dar ragione a chi non ci pensa delle
nostre attuali beatitudini, son venuto nella determinazione di
scrivere la storia degli ultimi tre secoli.
Il
buon senso straordinario del secolo patriarca della repubblica
universale che menò ad effetto il savio proposito di distruggere
tutti i libri anteriori all’anno 2000, mi libera dal fastidio di
scegliermi uno stile. Userò lo stile della verità che è il più
breve di tutti.»
Con
queste frasi inizia il Libro primo della Storia filosofica
dei secoli futuri, una operina minore, una stravaganza utopica e
sarcastica, scritta nel 1859 da Ippolito Nievo che è considerato un
Autore minore dell’Ottocento.
Se
davvero nell’anno di grazia 2000 (quando si discusse molto
sull’avvento del libro elettronico e qualcuno profetizzò la fine
del cartaceo) fossero stati arsi tutti i libri, i giornali e i
documenti di carta, si sarebbe prodotta una tale quantità di fumi e
di ceneri erranti nell’atmosfera che, a paragone, sarebbe
impallidito il ricordo del cataclisma che decretò la morte dei
dinosauri. E immenso e forte come un dinosauro è il mondo del libro
di carta. Lasciamolo quindi in pace e andiamo oltre.
Il
1° aprile dell’anno di grazia 2000 mi comunicarono che avevo un
indirizzo E-mail.
_
A che serve?
_ A navigare su Internet.
_ Non mi serve.
_ Prova e vedrai.
Navigai
per due ore, cercando di Ippolito Nievo che è il mio Autore
preferito. Trovai notizie su cose accadute, in varie città
d’Italia, in piazza Ippolito Nievo o in via Ippolito Nievo. Scovai
una biografia di trenta righe del Nostro, con una decina di errori o
imprecisioni; poi il testo completo de Le Confessioni
d’un italiano, con due errori già nel titolo dell’opera.
_
Se questo hanno fatto ad un minore, come avranno trattato i nostri
maggiori Autori?
Il
1° aprile 2000 decisi dunque di entrare nel magico mondo di
Internet. Ancora oggi non so se il pesce d’aprile io l’abbia
fatto ad altri oppure a me stessa. Ricordo le prime spiegazioni del
web-master che costruì il mio primo sito:
_
Questa si chiama home page… questo è un file.
Il
5 maggio 2000 era in rete il mio http://www.ippolitonievo.net,
strutturato come rivista. Nel primo numero c’erano articoli di
critica, lettere inedite a Nievo, il primo capitolo di una novella
di Nievo in una versione mai ripubblicata, spigolature, eventi,
posta, bibliografia, illustrazioni. A fine maggio andò in rete il
secondo numero, con critica letteraria, note di storia garibaldina
ecc. A giugno il terzo numero, a luglio il quarto. Scrissi a
nievisti, telefonai, stampai un biglietto con l’indirizzo del
sito. Ai primi di giugno, al Congresso dell’AISLLI di Gardone,
presi contatto con altri professori di Italiano. Dopo un mese e
mezzo, da quel fatidico 5 maggio, la statistica registrava 187
contatti: un disastro.
Prenotai
l’indirizzo www.ippolitonievo.it per pubblicarvi testi e
aggiornamenti a livello universitario. E’ rimasto attivo dal 25
ottobre 2000 a fine luglio 2002, quando è confluito nel primo sito
di Ippolito Nievo, dopo aver totalizzato, da solo, oltre 15.000
contatti.
A
fine agosto 2000, al Congresso dell’AIPI di Spalato, ebbi la
precisa sensazione che siti su un singolo Autore non si reggono ed
è necessario il supporto di uno spazio “generalista”, con
critica letteraria su tutta la letteratura italiana. A metà
settembre 2000 prenotai dunque http://www.repubblicaletteraria.net,
chiedendo collaborazione a centocinquanta professori d’Italiano.
L’ultima mia piacevole fatica è stata la creazione di http://www.italocalvino.net,
nato nella rovente estate romana del 2001. L’ultimo venuto al
mondo è anche il primo sito da me completamente creato come
web-master; per tutti gli altri, invece, fino a maggio 2001, mi sono
servita di un tecnico che metteva in rete testi da me scritti in
Word. Da questa epoca in poi ho proceduto, dal punto di vista
tecnico, con le mie sole forze.
Abbandonata
l’idea della rivista, dizione che da molto tempo è scomparsa
sulla home page, la struttura dei miei siti può essere assimilata
ad una enciclopedia specializzata, i cui aggiornamenti escono senza
fissa periodicità. L’aggiunta di nuovi argomenti non è conforme
allo sviluppo storico della nostra letteratura. Questo apparente
disordine dipende dalla disponibilità dei collaboratori che
aderiscono a titolo gratuito.
A
fine agosto 2002, i dati sono questi: i miei tre siti, attualmente
aperti, formano il “Web-ring Letterario” (14.500.000 byte e 770
file) e si valgono di 35
collaboratori. Dal 5 maggio 2000 al 31 agosto 2002, le statistiche
hanno registrato 280.000 contatti. Nel numero dei file sono comprese
le immagini che, anche se ripetute come accade per un logo, sono
sempre calcolate come unità.
L’idea
di fissare su CD-Rom il materiale messo in rete è stata la naturale
conseguenza del lavoro, svolto da me e dai collaboratori alle mie
iniziative su Web. Derivandolo direttamente da materiale pubblicato
in rete, avrei realizzato un e-text in HTML.
Chiesi
lumi ad un funzionario della BVE (Biblioteca Vittorio Emanuele_
Roma) che mi consigliò di pubblicare su CD-Rom tutto il materiale
messo in rete, precisando che la legge che regola le copie
d’obbligo è obsoleta e considera esclusivamente ciò che è
stampato su carta: per un CD-Rom infatti, pubblicato da solo e senza
il supporto cartaceo di un libro o di una rivista, non sono previste
le copie d’obbligo. Mi consigliò di depositare ugualmente il
CD-Rom presso gli uffici competenti per territorio, perché questo
era un mio diritto, anche se non un mio dovere. Mi confermò che la
legge che tutela i diritti d’Autore per le opere d’ingegno è
stata estesa, ad agosto 2000, a tutto ciò che appare nei siti, il
cui dominio spetta a soggetti che operano attraverso server
italiani. Su Internet è facile che un testo appaia e poi scompaia,
quindi la stampa su CD-Rom rappresenta una ulteriore tutela per gli
Autori.
Una parola su questo spinoso tema, sul quale si hanno idee confuse.
Troppo
spesso testi completi, scritti da Autori e da critici (viventi
oppure morti da meno di settanta anni), e derivati dal Web oppure
dalla carta stampata, sono stati completamente clonati su Internet.
Questa è un aperta e violazione del diritto d’Autore, non
giustificata né dalla facilità tecnica di creare un doppione, né
dalla pretesa che tutto su Internet debba appartenere a tutti. In
questo complesso gioco che è il mondo del Web, ognuno stia al suo
posto! Altra cosa invece, consentita anzi gradita, è la citazione
che non deve tuttavia superare una lunghezza “decente”. Come per
la carta stampata, bisogna perciò fissare alcune regole precise
che, sulla falsariga di quanto si fa per libri e periodici,
potrebbero essere queste:
_
Testi citati non più lunghi di 10 righe circa.
_ Obbligo di citare nome e cognome dell’Autore, titolo
dell’opera, anno di pubblicazione ove sia specificato, url
completa del file, nome del sito.
Ritengo
che non sia invece obbligatorio costruire un link che rimandi alla
pagina citata, allo stesso modo come non è evidentemente
obbligatorio, per la carta stampata, fornire il libro o il periodico
da cui è tratta la citazione.
Se
queste regole vengono puntualmente soddisfatte, chi legge ha tutti
gli elementi per risalire su Internet al testo originale completo e
un motore di ricerca è in grado di archiviare la citazione e di
fornirne il link, a richiesta dell’utente.
Per
citazioni tratte dalla carta stampata valgono le regole che tutti
conosciamo e applichiamo.
Resta
in sospeso il problema delle immagini catturate da altri siti (il
cui uso, come per i testi, se tecnicamente possibile è consentito
in ambito privato) per il quale dovrebbero valere regole analoghe a
quelle da me proposte. La difficoltà tecnica di operare un
controllo rende praticamente impossibile individuare chi
trasgredisce ai criteri della buona educazione.
Il
9 novembre 2001 ho dunque trasferito su CD-Rom tutto il materiale
che quel giorno avevo in rete. Con quattro copie di questo mio primo
prodotto su disco, e che oggi considero sperimentale, mi sono
presentata all’Ufficio di Pubbliche Relazioni della Questura di
Roma.
Mi
hanno chiesto se si trattava di un periodico e ho risposto no. Dopo
la consegna del materiale mi hanno dato una ricevuta. Da quel
momento, a tutti gli effetti di legge, il mio CD-Rom era equiparato
ad un libro su carta.
Ho
chiesto se potevo, dopo qualche mese, pubblicare un secondo CD-Rom
con titolo identico ed identico editore, ma con data diversa. Mi
hanno risposto che il computer l’avrebbe rifiutato, considerandolo
come il secondo numero di una rivista scientifica. Per i
periodici scientifici stampati su carta è necessaria infatti
l’iscrizione al Tribunale, iscrizione della quale sarebbe stato
privo il secondo CD-Rom.
Se
un CD-Rom, con identico editore e titolo di un altro precedentemente
registrato, viene presentato alla Questura, forma infatti una serie
insieme al primo e il computer li equipara automaticamente ad un
periodico scientifico su carta. Se invece la rivista scientifica
resta esclusivamente in rete, la legge non prevede alcuna iscrizione
al Tribunale, iscrizione che al contrario è necessaria per i periodici
di informazione che oggi sono su Web.
A
maggio 2002 ho pubblicato la seconda edizione del mio primo CD-Rom
che porta il titolo Web-ring Letterario. In contemporanea era
pronto il mio secondo CD-Rom, intitolato La Repubblica Letteraria
online e contenente tutto il materiale messo in rete sui miei
siti Italo Calvino e Repubblica Letteraria, a Pasqua 2002, e inoltre
testi e immagini che non ho pubblicato in rete, riservandoli al
mondo dei CD-Rom. Il mio ultimo prodotto elettronico si chiama Sito
della memoria Ippolito Nievo. Uscito a fine luglio 2002, per un
terzo è composto da materiale messo in rete sui due siti Ippolito
Nievo e per due terzi di testi ed immagini di cui non è previsto,
almeno per ora, un diverso supporto editoriale.
Ho
scelto una formula che assomiglia a quella di una persiana alla
veneziana: ogni CD-Rom contiene infatti alcuni file già comparsi in
un CD-Rom che lo ha preceduto e la serie è quindi composta da
elementi parzialmente sovrapposti.
La
tiratura complessiva dei miei tre libri elettronici è di 350
esemplari, tutti usciti dal mio masterizzatore e da me personalmente
etichettati. In totale, contengono 1707 file e occupano più di
30.000.000 byte. Un terzo della tiratura è stato da me versato a
grandi biblioteche (in Italia e in Francia) e un altro terzo donato
a specialisti.
Al
Congresso dell’AIPI di Brunico, ho fatto in modo informale questa
proposta provocatoria:
_
Adoro il turismo congressuale e ritengo che sia fondamentale
ritrovarci ogni due anni, parlarci, guardarci negli occhi. Una
tradizione che ha dato buoni frutti merita di essere ripetuta:
pubblicare su carta gli Atti di un Congresso come il nostro è una
scelta irrinunciabile, perché questo è stato sempre fatto e perché
sfogliare un libro è un piacere. Oltre ad un Congresso reale
biennale possiamo tuttavia realizzare anche due Congressi virtuali
all’anno. Siamo già organizzati per Nazioni: ogni socio scriva un
breve intervento su Word e lo salvi come pagina Web. Qualcuno si
incarichi di assemblare queste pagine, di creare i link e di
mandarmi tutto il materiale su CD-Rom. Riceverò tanti CD-Rom,
quante sono le Nazioni qui rappresentate, li metterò insieme e
aggiungerò un indice generale. Stamperò poi tanti libri
elettronici completi, quanti sono i CD-Rom ricevuti e ne spedirò
uno in ogni Nazione, insieme ad etichette opportunamente numerate (è
in modo per controllare la tiratura). In ogni Nazione si provvederà
quindi a fare le copie del CD-Rom da me assemblato e a distribuirle
ai soci del luogo e a biblioteche locali. Realizziamo insieme questa
idea che, dal punto di vista economico e organizzativo costa poco e
permette di pubblicare in tempi brevissimi.
Vi
invito ad una prova: visitate, in una qualunque città d’Italia,
una grande libreria, estesa su due o tre piani e attrezzata con
posto di ristoro, centro elettronico e saletta convegni. Chiedete
dove è il reparto libri elettronici e vi indicheranno una singola
scaffalatura, in un corridoio secondario, dove sono esposti pochi
manuali per navigare su Internet e per costruire siti. Troverete,
forse, anche qualche e-book: I Promessi sposi, la Divina
Commedia, copie residue della versione elettronica del catalogo
di una grande mostra, una enciclopedia della letteratura pubblicata
in molti volumi anni or sono e riproposta in cofanetto (ovvero: come
riciclare su supporto elettronico un prodotto che su carta oggi
costerebbe troppo). Nel settore dischi con sonoro, troverete qualche
raro esempio di grande poesia letta da grandi attori. Libro
elettronico e libro di carta non si incontrano in libreria, perché
sono distribuiti attraverso canali diversi. La diffidenza di molte
case editrici per un prodotto pensato e creato perché viva
esclusivamente sopra un supporto elettronico è imbarazzante.
Nell’anno
di grazia 2002, quando i due massimi quotidiani italiani, per pochi
Euro aggiuntivi, distribuiscono copie di grandi romanzi già editi
in milioni di copie, il libro elettronico in libreria è l’isola
che Non C’è, è Peter Pan nel paese del Non Mai.
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