Massimo De Nardo
L'altra faccia dell'editoria elettronica: dall'e-book all'e-page
Sono il responsabile di Calibro
Zeroquindici, una micro editrice web, in rete da novembre
2002. Nella definizione quasi aziendale (micro editrice web), la
condizione meno vera è "editrice". Nel senso di casa
editrice. Scopro che l'editor, per i latini, era "l'apprestatore
di pubblici spettacoli". Vuol dire che l'editore ha una
strana origine e, nel nostro caso, una identità ambigua.
E' proprio questa identità non definita, questo non essere editori
e non produrre e-book (come tante altre "editrici web")
che rende più coinvolgente il lavoro di quanti si occupano di
editoria elettronica (l'-e-book fisico, da acquistare, digitare,
ricaricare) e dell'editoria online (solitamente gratuita, senza
alcun supporto tangibile se non le pagine stampate per proprio
conto).
Vorrei ora presentare questa micro "editrice" web. Calibro
contiene la parola libro, Zeroquindici indica l'età dei lettori (da
15 anni in giù). E' pacifica e pacifista, quindi il calibro è un
valore, una qualità, una dote.
Calibro Zeroquindici è rivolta ai genitori e agli insegnanti, che
possono trovare nei testi pubblicati (racconti, saggi, fiabe,
articoli) una sorta di "proponimento didattico". E' una
bella pretesa questo farsi, in qualche modo, suggeritori di
"linee di condotta".
Calibro Zeroquindici
pubblica in formato pdf micro libri, che sono piccoli solo per
numero di pagine: da una pagina in su. Potrebbero chiamarsi
pagina/libro.
Da questa condizione (che non è solo fisica, di spazio, di
ingombro) è nato il titolo delle mie brevi considerazioni.
Una e-page attrezzata come un libro. Quando dico "libro"
intendo il libro con copertina, quarta di copertina con testo
introduttivo e breve scheda sull'autore. Calibro Zeroquindici tratta
le sue pagine come fossero pagine che messe insieme formano un libro
da scaffale, da libreria.
In Calibro Zeroquindici ci sono "libri" da due e da
settanta pagine. Attualmente, ci sono diciotto titoli pubblicati,
con diciannove autori coinvolti. Tutto il lavoro della redazione e
degli scrittori è gratuito.
Calibro Zeroquindici non ha periodicità (in internet il tempo ha un
ritmo particolare): quando arrivano proposte che ci piacciono le
inseriamo subito nel sito. Per fortuna e per scelta non abbiamo
scadenze commerciali, stagionali. La promozione del sito è un
passa-parola di e-mail e di link; spesso è un "arrivare"
occasionale tramite motori di ricerca.
Un progetto
come Calibro Zeroquindici ha senso solo in internet. La carta
stampata significa editoria pura, quindi mercato, quindi
sopravvivenza. E poi, quale autore tipografico farebbe una e-page?
Anche se sarebbe da prendere in considerazione.
Dalla possibilità tecnica offerta dall'internet, e da una
conflittualità con l'editoria classica, e con la grande area dei
testi inediti ma circolanti in rete, prende forma la linea di
condotta portante di Calibro Zeroquindici, e crediamo anche di molte
altre editrici web.
Riconoscersi nell'editoria elettronica semplifica una definizione
del proprio agire (mettere un testo in rete), ma non è una
condizione nella quale riconoscersi appieno.
La struttura grafica di un testo (impaginazione di genere
tipografico) suggerisce che un prodotto vuole avere
"riconoscimenti" editoriali, in senso classico (come lo
sono, appunto, i libri, distribuiti nelle librerie). E' un
riconoscimento che Calibro Zeroquindici non intende scartare.
Come già
detto, Calibro Zeroquindici non appartiene al genere specifico
dell'e-book, così come è stato pensato e progettato
commercialmente. Non c'è, in sostanza, l'acquisto di strumenti
tecnologici per la lettura del libro elettronico (l'involucro
chiamato e-book), non c'è acquisto di dischetto o altro supporto
nel quale sono memorizzate decine di libri, con le caratteristiche
di uso e consultazione che un libro elettronico permette.
Testi
impaginati a mo' di libro, diffusi in internet, non creano
ovviamente una editoria elettronica, nel senso proprio dell'e-book.
La
gratuità delle operazioni di download genera una differenza
sostanziale con la natura dell'e-book. "Scaricare"
gratuitamente libri di autori classici e moderni (iniziativa
lodevole portata avanti, ad esempio, da Liber Liber) è stampare
testi in rtf o altro formato come fossero articoli; ma anche se
fossero impaginati "tipograficamente", con copertine
grafiche - come i testi di Calibro Zeroquindici -, è cosa diversa
dall'intenzione del servizio di un e-book. E' ovvio.
Si
può ancora parlare di editoria elettronica per i testi diffusi in
internet?
La
discussione non riguarda la struttura formale del prodotto (carta o
byte). La discussione è interessante perché finalmente con
l'internet si costruiscono canali di comunicazione e di informazione
con pochi strumenti e scarsi mezzi economici, fuori dai
"palazzi dell'editoria" tipografica, non necessariamente
da contrastare, perché un testo diffuso in internet, elettronico,
può diventare un libro di carta per qualità della scrittura e
interesse del tema.
I testi presenti in Calibro Zeroquindici sono brevi, qualcuno di una
sola cartella dattiloscritta (ci sono anche testi di cinquanta
pagine); è una scelta che privilegia non solo una narrazione
"corta", ma la possibilità - come già accennato - di
inserire scritture diverse, dal racconto all'articolo giornalistico,
dal saggio alla fiaba. Una dimensione "varia" dalla quale
ricavare comunque una opportunità di comunicazione e di
riflessione. Sempre attraverso il piacere della scrittura e poi
della lettura.
Una situazione da non sottovalutare è la grande area degli autori
inediti. Si dice che siamo un popolo di scriventi. Sento, nel tono,
una disturbante altezzosità intellettuale. Meno male che siamo un
popolo di scriventi, di scrittori "della domenica" o del
"dopo cena". Meno male. Si dice anche che siamo, al
contrario, il popolo che legge meno. E' vero, purtroppo. Se non ci
fossero gli scrittori dilettanti (che si dilettano) la percentuale
sfiorerebbe lo zero. In compenso, sbanchiamo l'auditel con programmi
tv alquanto idioti. Il mercato ha le sue leggi. Anche quelli che
fanno la televisione (che ne sono i proprietari) sono editori.
Il fenomeno dell'espandersi dell'editoria elettronica (online) è
anche una risposta ai molti "niet" dell'editoria
tradizionale.
Il panorama culturale italiano è abbastanza tellurico. Scriviamo
molto, leggiamo poco, e qualcuno lamenta che si pubblica troppo.
Migliaia di libri sopra i banchi delle librerie raggiungono presto
il macero. Il best seller è il risultato di una seria operazione di
marketing. Il mercato ha le sue leggi.
L'internet sta costruendo isole (forse anche senza acqua attorno) di
autori inediti che si fanno editori di se stessi o che partecipano a
siti dedicati alla scrittura. Ce ne sono moltissimi. E' un bene.
Sono fiorite molte scuole di scrittura creativa. Servono? Per
diventare scrittori non so, ma sono una buona esperienza. Spesso
anche molto utile.
Il desiderio di scrittura domenicale trova dunque una suo esistere
attraverso le riviste online. I blog, che si moltiplicano giorno
dopo giorno, sono esercizi di scrittura diaristica ma non più
privata, da cassetto. Siamo coinvolti da un desiderio di ribalta.
Vogliamo esserci. Una sorta di "ergo sum" da tastiera e
video.
Calibro
Zeroquindici non è immune da questo contagio esistenziale. Ma non
è un problema.
L'e-book - nel senso di contenitore portatile di testi - è un
accessorio, non il soggetto della comunicazione. Può condizionare
le regole della lettura, e la stessa struttura del testo con link
(il classico ipertesto), così come il computer ha modificato il
rapporto con la pagina scritta rispetto alla macchina per scrivere
con nastro d'inchiostro.
Il senso fondamentale è questa possibilità di costruire supporti
di lettura con pochi mezzi tecnici e con minime risorse economiche.
La rete è piena di editrici web, in tutte le forme, dalla rivista
al blog, al sito tematico. Questo è un fatto molto positivo. Ci
sono libri di carta che sono una raccolta di articoli scritti per un
giornale online. Cos'è che rende "libro" quel libro? Il
suo essere di carta, con copertina rigida e codice a barre? Al posto
degli articoli ci possono essere brevi racconti. Una fiaba. Una
lezione sulla grammatica. Il libro è un contenitore. E' ovvio.
L'internet sta cambiando contenitore, non certo il contenuto.
L'e-page (che non ha nulla a che fare con l'e-book in materiale
plastico) coinvolge in qualche modo il lettore ad una attività, sia
pure minima: il lettore deve stamparsi la pagina. Deve essere lui
l'editore tipografo, deve confezionare la propria lettura. Probabile
che sia un gioco.
Vorrei, in conclusione, domandare ai librari, che sono la
fondamentale linea di congiunzione tra scrittura e lettura: “Perché
non stampate alcune e-page che si trovano in internet e poi ce le
fate trovare sui banconi delle vostre librerie?”.
Librai-editori. Non ci vuole molto. Diritto d'autore? C'è molta
gente che fa "cose" gratuitamente. Calibro Zeroquindici lo
fa. E se una e-page arriva a quaranta pagine dattiloscritte? Cari
librai, regalatele ai vostri clienti abituali. In fondo, senza costi
di distribuzione, senza spese di spedizione, senza diritti d'autore,
servono pochi centesimi per carta e inchiostro.
© Copyright 2003-2004 Massimo De Nardo
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