II Conferenza
virtuale


   


Il libro elettronico 
e l'editoria digitale umanistica in Italia 


   

(30/11/2003 - 29/02 2004


    Italianistica Online > eBook Italia Forum 2003 > Relazioni > Simone Fornara

   


ideata, promossa e coordinata da Luigi M. Reale

in collaborazione con
l'Area Convegni di
365 Giorni in Fiera

(Fiera Internazionale del Libro di Torino)
direttore editoriale
Luciano Simonelli

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Nuovo conteggio
dal 16 ottobre 2001

Simone Fornara
Il futuro mai presente dell'eBook


1. Premessa: bilancio di un'esperienza | 2. Libro elettronico: un futuro (ancora) bloccato | 3. Segnali di sviluppo reale


1. Premessa: bilancio di un’esperienza

Mi occupai in modo specifico di libri elettronici, per la prima volta, nel 2001, preparando una relazione per il convegno «Un’alta rete a mezzo del mio corso»: progetti (e problemi) per l’italianistica in Internet, tenutosi presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Torino[1].

Il mio intervento era il resoconto di una sorta di viaggio virtuale in Internet attraverso siti di scrittori (italiani e stranieri) e di istituzioni di varia natura, alla ricerca delle novità e delle prospettive legate all’avvento del libro elettronico. 

Da allora fino a oggi, ho periodicamente aggiornato i risultati di quella ricerca, soprattutto in occasione di alcune lezioni presso l’Università del Piemonte Orientale, rivolte agli studenti del corso di Informatica per l’Italianistica. 

La relazione che qui presento non è solo un ulteriore aggiornamento del lavoro da me svolto in passato, ma il bilancio di un’esperienza personale: il monitoraggio di alcuni siti significativi e la conseguente presentazione degli stessi al pubblico di studenti universitari mi permette alcune conclusioni di carattere più generale sul mondo ancora in fieri del libro elettronico. 

Proprio il carattere personale di questa esperienza va considerato come una necessaria premessa, insieme ad altri fattori ad esso strettamente collegati: in primo luogo, va ribadito che il campo di indagine è per forza di cose limitato e che, per questo, le conclusioni non pretendono di essere esaustive. 

Inoltre, va tenuto presente che lo scetticismo che traspare da queste righe non è il frutto dell’avversione a priori per l’e-book di chi è ancora troppo legato al libro cartaceo, vero simbolo della nostra civiltà e della nostra cultura, ma la naturale conseguenza della constatazione della sostanziale staticità della situazione presa in esame nel corso degli ultimi due anni, un arco di tempo sufficientemente ampio, se si tiene conto della rapidità dei cambiamenti e dell’evoluzione nel mondo dell’elettronica.


2. Libro elettronico: un futuro (ancora) bloccato

2.1 Dalla parte degli scrittori


Per quanto riguarda la narrativa, pochi sono gli autori italiani di una certa notorietà che hanno dimostrato un reale interesse per le opportunità che il mondo dell’elettronica mette oggi a disposizione per chi scrive e pubblica libri. 

In linea generale, le iniziative intraprese dagli scrittori (o, nella maggior parte dei casi, dalle case editrici per le quali essi pubblicano) sono di carattere prevalentemente promozionale: un libro (cartaceo) si pubblicizza anche in rete, dove è possibile fornire, oltre alle consuete recensioni e presentazioni, anche pagine o interi capitoli che possano invogliare il lettore a proseguire nella storia, e quindi a comperare il libro stesso. 

La rete offre anche la possibilità di coinvolgere il lettore nel processo creativo che ha accompagnato la stesura del libro, attraverso espedienti originali che solo la tecnologia di Internet permette. Si consideri, ad esempio, il file musicale in diversi formati scaricabile sul sito del romanzo City di Alessandro Baricco (http://www.abcity.it/): si tratta, come spiega l’autore stesso, di alcuni brani che egli era solito ascoltare durante la stesura della parte western del libro, quasi a nascondere il monotono ronzio del computer. 

D’altro canto, non si può fare a meno di notare che iniziative come questa coinvolgono solo in maniera parziale il libro vero e proprio: esse, infatti, per quanto originali e interessanti siano, non hanno grandi possibilità né pretese di influire in modo concreto sul mercato del libro e sul suo sviluppo. Agli occhi dei lettori, in definitiva, esse appaiono come mere curiosità. E tali mi pare possano essere considerate anche se si guarda il problema dalla parte degli scrittori: nel periodo di tempo (due anni e alcuni mesi) durante il quale ho avuto modo di visitare e rivisitare molti di questi siti, non ho riscontrato una apprezzabile evoluzione, che dimostri un reale e concreto interesse per il libro elettronico e che si spinga oltre questi isolati esperimenti. 

Come è noto a chi, come me, si è occupato di questo argomento, l’unica scrittrice italiana che si oppone a questa tendenza dominante è proprio Carmen Covito, che, non a caso, è presente nell’elenco dei relatori di questo forum virtuale. Il suo sito non si limita infatti alla consueta promozione dei propri scritti (la quale avviene comunque secondo modalità decisamente originali), ma contiene numerosi e utili approfondimenti sul tema specifico del libro elettronico: che cos’è, come si costruisce, come si distribuisce e quali sono i problemi ad esso connessi, primo fra tutti la tutela del diritto d’autore. Inoltre, Carmen Covito offre ai visitatori del sito un esempio di e-book (autoprodotto), scaricabile gratuitamente. Si tratta, però, di un caso piuttosto isolato. 

Lo scrittore, in definitiva, preferisce fare sempre affidamento sul libro in “carta ed ossa”, riservando un’attenzione marginale al corrispettivo elettronico, limitata a esperimenti estemporanei e non certo in vista di un suo al momento ancora improbabile successo commerciale. La prova che ciò sia vero viene anche se si sposta lo sguardo a una realtà diversa da quella italiana, più precisamente all’unico autore che, fino ad oggi, è riuscito a ottenere uno straordinario successo di vendite grazie a un e-book, l’americano Stephen King. 

Nel marzo 2000 la pubblicazione e vendita on-line del racconto Riding the bullet parve segnare un punto di svolta sia nel rapporto tra scrittore e lettore, sia nel modo stesso di concepire il libro, da concreto oggetto materiale a impalpabile file elettronico. Tuttavia, con il senno di poi, ora che sono passati più di tre anni da quel presunto nodo cruciale, possiamo dire che in realtà si è trattato di un eccezionale exploit, dovuto al nome dell’autore e al mercato che gli ruotava (e gli ruota) attorno, più che a un reale intento comune a scrittore e lettori di “rompere” con la tradizione cartacea. Lo stesso King, infatti, non ha più ritenuto opportuno proseguire su quella strada, finendo per optare senza riserve sul canale più fruttifero del mercato tradizionale[2].  



2.2 Dalla parte dei lettori 


Il dato che emerge in modo inequivocabile da queste prime considerazioni è la sostanziale assenza di risposta da parte del pubblico dei lettori agli stimoli del libro elettronico. Non si è aperta, come i più ottimisti pronosticarono anni fa, una nuova era nel mondo dell’editoria, almeno per quanto riguarda la produzione destinata al largo consumo. 

I lettori sono ancora saldamente legati al libro tradizionale, di carta, e osservano generalmente con molta diffidenza il libro elettronico, al quale sono associati troppi dubbi e troppe incertezze. E non si tratta soltanto di una questione economica, legata al costo relativamente elevato dei supporti hardware che permettono la lettura dell’e-book e alla per ora insufficiente riduzione di prezzo dello stesso libro elettronico rispetto al suo più autorevole “antenato”. 

Deve ancora nascere, infatti, una generazione che sia sufficientemente sorda al fascino e al prestigio del libro cartaceo, al frusciare delle sue pagine. Si può immaginare che ciò avverrà in un futuro ancora lontano, soltanto quando sin da bambini, sui banchi di scuola e anche prima, si verrà abituati a imparare a leggere e poi a studiare su supporti elettronici, magari senza mai entrare in contatto con le “sudate carte” di leopardiana memoria. Ma - per fortuna - uno scenario di questo tipo non si profila all’orizzonte a noi più prossimo: il dinosauro libro di carta non è al momento destinato a una prematura estinzione.


2.3 Studenti e libro elettronico

La mancata diffusione del libro elettronico, dovuta in modo particolare alla diffidenza dei lettori, è confermata anche da un altro dato, legato più da vicino alla mia personale esperienza. Gli studenti del corso di Informatica per l’Italianistica dell’Università del Piemonte Orientale[3], interpellati al riguardo, hanno sempre mostrato una netta preferenza per il libro tradizionale, soprattutto per ciò che concerne la narrativa, testimoniando, nello stesso tempo, un interesse solo teorico per l’e-book

Per la maggior parte, infatti, ne hanno sentito parlare, ma non hanno mai avuto modo di vederne un esempio concreto o di utilizzare un lettore o un programma software ad esso dedicato, fatta eccezione per i file in formato pdf, letti attraverso le varie versioni di Adobe Acrobat Reader. Anche in quest’ultimo caso, però, non sempre si sono dimostrati coscienti che il file pdf è, sostanzialmente, un tipo particolare di e-book, senza dubbio il più conosciuto e diffuso, che ogni utente di computer ha, prima o dopo, utilizzato.



2.4 Il computer tra scrittura e lettura: una rivoluzione a metà

È ora possibile una considerazione di carattere più generale. Nessuno può negare che l’avvento del computer ha operato una vera rivoluzione nel modo di scrivere: gli elaboratori di testi hanno influenzato e modificato in modo assai importante l’idea stessa di scrittura. Si pensi alla rapidità delle correzioni, ai frequenti “copia e incolla”, alla minor fatica che il pigiare sui tasti comporta rispetto all’atto di vergare con una penna lettere e parole su carta[4], per non parlare delle conseguenze filologiche di questa rivoluzione. 

Ad esempio, a causa dell’assenza di tracce che le frequenti cancellature e riscritture lasciano sul foglio bianco elettronico, è ormai diventato assai difficile, per non dire impossibile, ricostruire il processo correttorio ed evolutivo del testo prodotto da uno scrittore contemporaneo, abituato a comporre in prosa o in versi con la tastiera del computer, anziché a mano o con la macchina da scrivere. §

Mi viene da pensare alla prima pagina del manoscritto della Luna e i falò, nella quale sono ben evidenti i vari passaggi che il testo ha attraversato prima di assumere la sua veste definitiva, corrispondente all’ultima volontà di Pavese. La fatica, il lavorio mentale e il variare delle scelte lessicali sono materialmente visibili a noi posteri grazie ai segni, alle righe, alle note che la penna ha lasciato sul foglio. Oggi, invece, tutto ciò diventa effimero, svanisce ad ogni successivo salvataggio del file.

Ho ricordato solo alcuni degli aspetti che illustrano questa autentica rivoluzione del modo di scrivere; tuttavia, essi sono sufficienti a dimostrare, per contrasto, che la situazione è ben diversa per ciò che concerne il modo di leggere. Qui, con una certa generosità, si può parlare soltanto di una rivoluzione a metà, ancora ben lungi dall’essere compiuta. 

Se è vero che testi di ogni tipo si leggono oggi sulle pagine virtuali di Internet, dalle notizie di attualità agli articoli di giornale, dai bollettini meteorologici alle cartoline di auguri, è altrettanto vero che la stragrande maggioranza dei lettori, messa di fronte all’alternativa tra libro elettronico e libro cartaceo, in vista di una lettura continuativa, sia essa di evasione o di studio, sceglie senza esitazioni il secondo, più comodo, più maneggevole e, soprattutto, più famigliare. 

Inoltre, a riprova di ciò, basti pensare che anche chiunque scriva, per divertimento o per mestiere, anche se compone il testo digitando sulla tastiera del computer, quasi sempre, prima di licenziare la versione definitiva dello scritto, ne stampa una bozza, per poterla leggere con più concentrazione alla scrivania e, munito di penna, per potervi apportare le ultime correzioni e le ultime aggiunte, da inserire poi nel file definitivo.



3. Segnali di sviluppo reale


3.1 Ricerca on-line, didattica e opere di grande consultazione


Lo scetticismo che ho fin qui dimostrato lascia il posto a un pur cauto entusiasmo se si sposta il campo di indagine dalla narrativa di largo consumo ad ambiti più specifici come le opere di grande consultazione, la didattica e, soprattutto, la ricerca. 

La comodità di Internet e del Cd-rom per opere quali le enciclopedie e i dizionari è ben nota: facilità di accesso, rapidità degli aggiornamenti on-line, ricchezza di dati e risparmio di spazio sono caratteristiche che possono essere sfruttate appieno, anche se, almeno per quanto riguarda Internet, ancora pochi sono gli esperimenti di un certo rilievo realizzati fino ad oggi in Italia. 

Fra tutti, cito soltanto uno dei più recenti, che rappresenta una delle novità più interessanti rispetto a quanto presente quando iniziai a occuparmi di questo argomento, cioè il sito Sapere - www.sapere.it, promosso dalla De Agostini, nel quale è possibile consultare un’enciclopedia piuttosto ampia suddivisa per aree tematiche. 

Anche la didattica può trarre notevole giovamento nell’era di Internet, sia per ciò che riguarda l’insegnamento nella scuola, sia quello nell’università. Il progetto ARIEL Laterza (
ARchivio Interattivo per l’Educazione Letteraria - http://www.laterza.it/ariel), ad esempio, è pensato per offrire on-line il completamento ideale dei testi scolastici, con una ampia scelta di brani della letteratura italiana di tutti i tempi commentati e annotati. Inoltre, ormai quasi tutti gli atenei universitari hanno realizzato siti per la didattica in rete, destinati ad essere uno strumento decisamente utile per gli studenti, in vista della preparazione agli esami e, più in generale, per accompagnare tutto il cammino di studi. 

Da quest’anno, per citare il caso a me più vicino, anche l’Università del Piemonte Orientale ha inaugurato il progetto DIR (Didattica In Rete - http://www.lett.unipmn.it/cosa/dir.htm), grazie al quale studenti e docenti possono davvero instaurare un rapporto di collaborazione, con messa on-line di materiali necessari ai singoli corsi, statistiche, avvisi, e persino un forum di discussione per ogni singolo corso che permette il dialogo diretto con il docente. 

Ma è opportuno soffermarsi, pur in breve, soprattutto sulla ricerca, il campo che a mio avviso è davvero il terreno ideale perché il libro elettronico possa finalmente attecchire e diventare una risorsa addirittura indispensabile. Il dossier realizzato da Luigi Maria Reale, al quale non posso fare a meno di rinviare per opportuni approfondimenti [5], segnala puntualmente tutte le iniziative intraprese da importanti atenei italiani che rappresentano, forse, la vera nuova frontiera dell’editoria di livello accademico, primi fra tutti l’Università di Bari (http://www.universitypressonline.it/) e quella di Firenze (http://epress.unifi.it/). 

Queste iniziative lasciano intravedere la possibilità, vantaggiosa almeno dal punto di vista economico per i dipartimenti universitari, di pubblicare on-line contributi e atti di convegni, anche se resta da risolvere il problema della validità di queste pubblicazioni a fini concorsuali e la loro assimilazione a quelle cartacee.


3.2 La miniera "Gallica"

Per concludere, voglio soffermarmi su una delle risorse più importanti e interessanti che siano oggi disponibili nel panorama del World Wide Web per chi si occupa di ricerca. Si tratta della notissima Gallica (http://gallica.bnf.fr/), vera miniera di testi messa a disposizione di tutti (ancora) gratuitamente dalla Bibliothèque Nationale de France. Qui, il libro elettronico trova uno dei suoi utilizzi migliori che si possano immaginare per chi è solito frequentare biblioteche di tutto il mondo alla ricerca, in particolare, di testi antichi e difficilmente reperibili. 

L’archivio comprende numerosissimi testi in formato pdf o tif[6], che riproducono con la fedeltà di un microfilm le edizioni cartacee. Ciò è particolarmente prezioso per lo studioso che cerca un’edizione particolare di un testo, ad esempio una princeps cinquecentina: il risparmio di tempo e di energie spesi nella consultazione dei cataloghi elettronici e cartacei delle tradizionali biblioteche è davvero significativo, tanto che Gallica può diventare il punto di partenza per una ricerca di questo tipo. 

In questo senso, mi permetto di fare nuovamente riferimento alla mia personale esperienza di studioso di grammatiche antiche: nella miniera di Gallica, infatti, ho trovato testi che solo poche biblioteche italiane (comunque situate piuttosto lontano dalla mia residenza) possiedono tutti insieme, come l’esemplare parigino datato 1532 del De emendata structura del Linacre, o quello veneziano datato 1488 del De orthographia del Tortelli.

In un panorama complessivamente piuttosto statico, Gallica è uno dei migliori esempi di come possano essere sfruttate le notevoli potenzialità del libro elettronico, rendendo più vicino un futuro ancora altrimenti lontano.


[1] La relazione, realizzata in collaborazione con Claudio Marazzini, si intitola Il testo in rete: consultazione, interrogazione o possesso?. Il testo del mio intervento si può leggere al seguente indirizzo: http://sciform.rettorato.unito.it/sciform/cultura/archivio/italianistica/Fornara/Intervento_Fornara.pdf.

[2] Fa eccezione l’esperimento del romanzo a puntate The Plant pubblicato on-line, sul sito ufficiale dello scrittore, ma naufragato presto in un fallimento di cui non sono rimaste - a tutt’oggi - apprezzabili tracce.

[3] Il corso, al quale ho collaborato, negli ultimi tre anni accademici, con alcune lezioni, è tenuto dal prof. Claudio Marazzini.

[4] Per questo aspetto, si veda il testo di Primo Levi Lo scriba (in Id., L’altrui mestiere, Torino, Einaudi, 1985), che riflette proprio sul radicale cambiamento che l’utilizzo del computer comporta per lo scrittore.

[5] In particolare, cfr. cap. 6, Editoria digitale universitaria online.

[6] Un numero minore di testi è disponibile anche in formato txt.


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