Simone Fornara
Il
futuro mai presente dell'eBook
1. Premessa:
bilancio di un'esperienza | 2.
Libro elettronico: un futuro (ancora) bloccato | 3.
Segnali di sviluppo reale
1.
Premessa: bilancio di un’esperienza
Mi occupai in modo specifico di libri elettronici, per la prima
volta, nel 2001, preparando una relazione per il convegno «Un’alta
rete a mezzo del mio corso»: progetti (e problemi) per
l’italianistica in Internet, tenutosi presso la Facoltà di
Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Torino.
Il mio intervento era il resoconto di una sorta di viaggio virtuale
in Internet attraverso siti di scrittori (italiani e stranieri) e di
istituzioni di varia natura, alla ricerca delle novità e delle
prospettive legate all’avvento del libro elettronico.
Da allora
fino a oggi, ho periodicamente aggiornato i risultati di quella
ricerca, soprattutto in occasione di alcune lezioni presso
l’Università del Piemonte Orientale, rivolte agli studenti del
corso di Informatica per l’Italianistica.
La relazione che qui
presento non è solo un ulteriore aggiornamento del lavoro da me
svolto in passato, ma il bilancio di un’esperienza personale: il
monitoraggio di alcuni siti significativi e la conseguente
presentazione degli stessi al pubblico di studenti universitari mi
permette alcune conclusioni di carattere più generale sul mondo
ancora in fieri del libro elettronico.
Proprio il carattere
personale di questa esperienza va considerato come una necessaria
premessa, insieme ad altri fattori ad esso strettamente collegati:
in primo luogo, va ribadito che il campo di indagine è per forza di
cose limitato e che, per questo, le conclusioni non pretendono di
essere esaustive.
Inoltre, va tenuto presente che lo scetticismo che
traspare da queste righe non è il frutto dell’avversione a priori
per l’e-book di chi è ancora troppo legato al libro
cartaceo, vero simbolo della nostra civiltà e della nostra cultura,
ma la naturale conseguenza della constatazione della sostanziale
staticità della situazione presa in esame nel corso degli ultimi
due anni, un arco di tempo sufficientemente ampio, se si tiene conto
della rapidità dei cambiamenti e dell’evoluzione nel mondo
dell’elettronica.
2.
Libro elettronico: un futuro (ancora) bloccato
2.1 Dalla parte degli scrittori
Per quanto riguarda la narrativa, pochi sono gli autori italiani di
una certa notorietà che hanno dimostrato un reale interesse per le
opportunità che il mondo dell’elettronica mette oggi a
disposizione per chi scrive e pubblica libri.
In linea generale, le
iniziative intraprese dagli scrittori (o, nella maggior parte dei
casi, dalle case editrici per le quali essi pubblicano) sono di
carattere prevalentemente promozionale: un libro (cartaceo) si
pubblicizza anche in rete, dove è possibile fornire, oltre alle
consuete recensioni e presentazioni, anche pagine o interi capitoli
che possano invogliare il lettore a proseguire nella storia, e
quindi a comperare il libro stesso.
La rete offre anche la
possibilità di coinvolgere il lettore nel processo creativo che ha
accompagnato la stesura del libro, attraverso espedienti originali
che solo la tecnologia di Internet permette. Si consideri, ad
esempio, il file musicale in diversi formati scaricabile sul sito
del romanzo City di Alessandro Baricco (http://www.abcity.it/):
si tratta, come spiega l’autore stesso, di alcuni brani che egli
era solito ascoltare durante la stesura della parte western del
libro, quasi a nascondere il monotono ronzio del computer.
D’altro
canto, non si può fare a meno di notare che iniziative come questa
coinvolgono solo in maniera parziale il libro vero e proprio: esse,
infatti, per quanto originali e interessanti siano, non hanno grandi
possibilità né pretese di influire in modo concreto sul mercato
del libro e sul suo sviluppo. Agli occhi dei lettori, in definitiva,
esse appaiono come mere curiosità. E tali mi pare possano essere
considerate anche se si guarda il problema dalla parte degli
scrittori: nel periodo di tempo (due anni e alcuni mesi) durante il
quale ho avuto modo di visitare e rivisitare molti di questi siti,
non ho riscontrato una apprezzabile evoluzione, che dimostri un
reale e concreto interesse per il libro elettronico e che si spinga
oltre questi isolati esperimenti.
Come è noto a chi, come me, si è
occupato di questo argomento, l’unica scrittrice italiana che si
oppone a questa tendenza dominante è proprio Carmen Covito, che,
non a caso, è presente nell’elenco dei relatori di questo forum
virtuale. Il suo sito non si limita infatti alla consueta promozione
dei propri scritti (la quale avviene comunque secondo modalità
decisamente originali), ma contiene numerosi e utili approfondimenti
sul tema specifico del libro elettronico: che cos’è, come si
costruisce, come si distribuisce e quali sono i problemi ad esso
connessi, primo fra tutti la tutela del diritto d’autore. Inoltre,
Carmen Covito offre ai visitatori del sito un esempio di e-book
(autoprodotto), scaricabile gratuitamente. Si tratta, però, di un
caso piuttosto isolato.
Lo scrittore, in definitiva, preferisce fare
sempre affidamento sul libro in “carta ed ossa”, riservando
un’attenzione marginale al corrispettivo elettronico, limitata a
esperimenti estemporanei e non certo in vista di un suo al momento
ancora improbabile successo commerciale. La prova che ciò sia vero
viene anche se si sposta lo sguardo a una realtà diversa da quella
italiana, più precisamente all’unico autore che, fino ad oggi, è
riuscito a ottenere uno straordinario successo di vendite grazie a
un e-book, l’americano Stephen King.
Nel
marzo 2000 la pubblicazione e vendita on-line del racconto Riding
the bullet parve segnare un punto di svolta sia nel rapporto tra
scrittore e lettore, sia nel modo stesso di concepire il libro, da
concreto oggetto materiale a impalpabile file elettronico. Tuttavia,
con il senno di poi, ora che sono passati più di tre anni da quel
presunto nodo cruciale, possiamo dire che in realtà si è trattato
di un eccezionale exploit, dovuto al nome dell’autore e al mercato
che gli ruotava (e gli ruota) attorno, più che a un reale intento
comune a scrittore e lettori di “rompere” con la tradizione
cartacea. Lo stesso King, infatti, non ha più ritenuto opportuno
proseguire su quella strada, finendo per optare senza riserve sul
canale più fruttifero del mercato tradizionale.
2.2 Dalla parte dei lettori
Il dato che emerge in modo inequivocabile da queste prime
considerazioni è la sostanziale assenza di risposta da parte del
pubblico dei lettori agli stimoli del libro elettronico. Non si è
aperta, come i più ottimisti pronosticarono anni fa, una nuova era
nel mondo dell’editoria, almeno per quanto riguarda la produzione
destinata al largo consumo.
I lettori sono ancora saldamente legati
al libro tradizionale, di carta, e osservano generalmente con molta
diffidenza il libro elettronico, al quale sono associati troppi
dubbi e troppe incertezze. E non si tratta soltanto di una questione
economica, legata al costo relativamente elevato dei supporti
hardware che permettono la lettura dell’e-book e alla per
ora insufficiente riduzione di prezzo dello stesso libro elettronico
rispetto al suo più autorevole “antenato”.
Deve ancora nascere,
infatti, una generazione che sia sufficientemente sorda al fascino e
al prestigio del libro cartaceo, al frusciare delle sue pagine. Si
può immaginare che ciò avverrà in un futuro ancora lontano,
soltanto quando sin da bambini, sui banchi di scuola e anche prima,
si verrà abituati a imparare a leggere e poi a studiare su supporti
elettronici, magari senza mai entrare in contatto con le “sudate
carte” di leopardiana memoria. Ma - per fortuna - uno scenario di
questo tipo non si profila all’orizzonte a noi più prossimo: il
dinosauro libro di carta non è al momento destinato a una prematura
estinzione.
2.3 Studenti e libro elettronico
La
mancata diffusione del libro elettronico, dovuta in modo particolare
alla diffidenza dei lettori, è confermata anche da un altro dato,
legato più da vicino alla mia personale esperienza. Gli studenti
del corso di Informatica per l’Italianistica dell’Università
del Piemonte Orientale,
interpellati al riguardo, hanno sempre mostrato una netta preferenza
per il libro tradizionale, soprattutto per ciò che concerne la
narrativa, testimoniando, nello stesso tempo, un interesse solo
teorico per l’e-book.
Per la maggior parte, infatti, ne
hanno sentito parlare, ma non hanno mai avuto modo di vederne un
esempio concreto o di utilizzare un lettore o un programma software
ad esso dedicato, fatta eccezione per i file in formato pdf,
letti attraverso le varie versioni di Adobe Acrobat Reader. Anche in
quest’ultimo caso, però, non sempre si sono dimostrati coscienti
che il file pdf è,
sostanzialmente, un tipo particolare di e-book, senza dubbio
il più conosciuto e diffuso, che ogni utente di computer ha, prima
o dopo, utilizzato.
2.4 Il computer tra scrittura e lettura: una rivoluzione a metà
È ora possibile una considerazione di carattere più generale.
Nessuno può negare che l’avvento del computer ha operato una vera
rivoluzione nel modo di scrivere: gli elaboratori di testi hanno
influenzato e modificato in modo assai importante l’idea stessa di
scrittura. Si pensi alla rapidità delle correzioni, ai frequenti
“copia e incolla”, alla minor fatica che il pigiare sui tasti
comporta rispetto all’atto di vergare con una penna lettere e
parole su carta,
per non parlare delle conseguenze filologiche di questa rivoluzione.
Ad esempio, a causa dell’assenza di tracce che le frequenti
cancellature e riscritture lasciano sul foglio bianco elettronico,
è ormai diventato assai difficile, per non dire impossibile,
ricostruire il processo correttorio ed evolutivo del testo prodotto
da uno scrittore contemporaneo, abituato a comporre in prosa o in
versi con la tastiera del computer, anziché a mano o con la
macchina da scrivere. §
Mi viene da pensare alla prima pagina del
manoscritto della Luna e i falò, nella quale sono ben
evidenti i vari passaggi che il testo ha attraversato prima di
assumere la sua veste definitiva, corrispondente all’ultima volontà
di Pavese. La fatica, il lavorio mentale e il variare delle scelte
lessicali sono materialmente visibili a noi posteri grazie ai segni,
alle righe, alle note che la penna ha lasciato sul foglio. Oggi,
invece, tutto ciò diventa effimero, svanisce ad ogni successivo
salvataggio del file.
Ho ricordato solo alcuni degli aspetti che illustrano questa
autentica rivoluzione del modo di scrivere; tuttavia, essi sono
sufficienti a dimostrare, per contrasto, che la situazione è ben
diversa per ciò che concerne il modo di leggere. Qui, con una certa
generosità, si può parlare soltanto di una rivoluzione a metà,
ancora ben lungi dall’essere compiuta.
Se è vero che testi di
ogni tipo si leggono oggi sulle pagine virtuali di Internet, dalle
notizie di attualità agli articoli di giornale, dai bollettini
meteorologici alle cartoline di auguri, è altrettanto vero che la
stragrande maggioranza dei lettori, messa di fronte
all’alternativa tra libro elettronico e libro cartaceo, in vista
di una lettura continuativa, sia essa di evasione o di studio,
sceglie senza esitazioni il secondo, più comodo, più maneggevole
e, soprattutto, più famigliare.
Inoltre, a riprova di ciò, basti
pensare che anche chiunque scriva, per divertimento o per mestiere,
anche se compone il testo digitando sulla tastiera del computer,
quasi sempre, prima di licenziare la versione definitiva dello
scritto, ne stampa una bozza, per poterla leggere con più
concentrazione alla scrivania e, munito di penna, per potervi
apportare le ultime correzioni e le ultime aggiunte, da inserire poi
nel file definitivo.
3.
Segnali di sviluppo reale
3.1 Ricerca on-line, didattica e opere di grande consultazione
Lo scetticismo che ho fin qui dimostrato lascia il posto a un pur
cauto entusiasmo se si sposta il campo di indagine dalla narrativa
di largo consumo ad ambiti più specifici come le opere di grande
consultazione, la didattica e, soprattutto, la ricerca.
La comodità
di Internet e del Cd-rom per opere quali le enciclopedie e i
dizionari è ben nota: facilità di accesso, rapidità degli
aggiornamenti on-line, ricchezza di dati e risparmio di spazio sono
caratteristiche che possono essere sfruttate appieno, anche se,
almeno per quanto riguarda Internet, ancora pochi sono gli
esperimenti di un certo rilievo realizzati fino ad oggi in Italia.
Fra tutti, cito soltanto uno dei più recenti, che rappresenta una
delle novità più interessanti rispetto a quanto presente quando
iniziai a occuparmi di questo argomento, cioè il sito Sapere - www.sapere.it,
promosso dalla De Agostini, nel quale è possibile consultare
un’enciclopedia piuttosto ampia suddivisa per aree
tematiche.
Anche la didattica può trarre notevole giovamento nell’era di
Internet, sia per ciò che riguarda l’insegnamento nella scuola,
sia quello nell’università. Il progetto ARIEL Laterza (ARchivio
Interattivo per l’Educazione Letteraria - http://www.laterza.it/ariel),
ad esempio, è pensato per offrire on-line il completamento ideale
dei testi scolastici, con una ampia scelta di brani della
letteratura italiana di tutti i tempi commentati e annotati.
Inoltre, ormai quasi tutti gli atenei universitari hanno realizzato
siti per la didattica in rete, destinati ad essere uno strumento
decisamente utile per gli studenti, in vista della preparazione agli
esami e, più in generale, per accompagnare tutto il cammino di
studi.
Da quest’anno, per citare il caso a me più vicino, anche
l’Università del Piemonte Orientale ha inaugurato il progetto DIR
(Didattica In Rete - http://www.lett.unipmn.it/cosa/dir.htm),
grazie al quale studenti e docenti possono davvero instaurare un
rapporto di collaborazione, con messa on-line di materiali necessari
ai singoli corsi, statistiche, avvisi, e persino un forum di
discussione per ogni singolo corso che permette il dialogo diretto
con il docente.
Ma è opportuno soffermarsi, pur in breve, soprattutto sulla
ricerca, il campo che a mio avviso è davvero il terreno ideale
perché il libro elettronico possa finalmente attecchire e diventare
una risorsa addirittura indispensabile. Il dossier realizzato
da Luigi Maria Reale, al quale non posso fare a meno di rinviare per
opportuni approfondimenti , segnala puntualmente
tutte le iniziative intraprese da importanti atenei italiani che
rappresentano, forse, la vera nuova frontiera dell’editoria di
livello accademico, primi fra tutti l’Università di Bari (http://www.universitypressonline.it/)
e quella di Firenze (http://epress.unifi.it/).
Queste iniziative lasciano intravedere la possibilità, vantaggiosa
almeno dal punto di vista economico per i dipartimenti universitari,
di pubblicare on-line contributi e atti di convegni, anche se resta
da risolvere il problema della validità di queste pubblicazioni a
fini concorsuali e la loro assimilazione a quelle cartacee.
3.2
La miniera "Gallica"
Per
concludere, voglio soffermarmi su una delle risorse più importanti
e interessanti che siano oggi disponibili nel panorama del World
Wide Web per chi si occupa di ricerca. Si tratta della notissima Gallica
(http://gallica.bnf.fr/),
vera miniera di testi messa a disposizione di tutti (ancora)
gratuitamente dalla Bibliothèque Nationale de France. Qui, il libro
elettronico trova uno dei suoi utilizzi migliori che si possano
immaginare per chi è solito frequentare biblioteche di tutto il
mondo alla ricerca, in particolare, di testi antichi e difficilmente
reperibili.
L’archivio comprende numerosissimi testi in formato pdf
o tif,
che riproducono con la fedeltà di un microfilm le edizioni
cartacee. Ciò è particolarmente prezioso per lo studioso che cerca
un’edizione particolare di un testo, ad esempio una princeps
cinquecentina: il risparmio di tempo e di energie spesi nella
consultazione dei cataloghi elettronici e cartacei delle
tradizionali biblioteche è davvero significativo, tanto che Gallica
può diventare il punto di partenza per una ricerca di questo tipo.
In questo senso, mi permetto di fare nuovamente riferimento alla mia
personale esperienza di studioso di grammatiche antiche: nella
miniera di Gallica, infatti, ho trovato testi che solo poche
biblioteche italiane (comunque situate piuttosto lontano dalla mia
residenza) possiedono tutti insieme, come l’esemplare parigino
datato 1532 del De emendata structura del Linacre, o quello
veneziano datato 1488 del De orthographia del Tortelli.
In un panorama complessivamente piuttosto statico, Gallica è
uno dei migliori esempi di come possano essere sfruttate le notevoli
potenzialità del libro elettronico, rendendo più vicino un futuro
ancora altrimenti lontano.
© Copyright 2003-2004 Simone Fornara
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