Marco Giorgini
E-paperback:
un nuovo standard per il libro elettronico
KULT
Underground,
rivista multimediale in rete che ha superato da poco i 100 numeri
pubblicati, è il primo progetto editoriale realizzato
dall’omonimo gruppo di lavoro di Modena nel 1994, quando
ancora il computer medio era un 286 e di Windows si iniziava appena
a sentir parlare.
Si presentava come un ipertesto multimediale dal contenuto variegato
e relativamente “underground" (nei primi numeri si spaziava
dai giochi di ruolo ai corsi di lingua giapponese o russa).
Il motore proprietario, dalle caratteristiche discretamente
innovative per l’epoca e più volte rinnovato nel corso degli
anni, consentiva già allora una buona flessibilità e fu
utilizzato, oltre che per la normale pubblicazione mensile, anche
per alcuni speciali, tra cui nel 1995 due pubblicazioni
simili ad e-book, che contenevano una raccolta di poesie e un
romanzo giallo.
Il passaggio da e-zine a e-book (almeno per come questi ultimi sono
intesi ora) è avvenuto però effettivamente nel 1996 con la
realizzazione di un nuovo motore ipertestuale con caratteristiche
multimediali ridotte, a vantaggio di una maggiore facilità di
utilizzo, una migliorata resa del testo per agevolare la lettura a
video e un aspetto più simile a quello di un normale libro di carta
(lo abbiamo chiamato e-paperback).
Il nome e-paperback, per indicare gli e-book prodotti dalla KULT
Virtual Press (iniziativa amatoriale no-profit) con
il motore di propria realizzazione, deriva principalmente
dall’impatto scelto per la prima versione degli stessi. I primi
e-paperback erano infatti piccoli sia per le dimensioni ridotte in
kb (caratteristica mantenuta in parte anche nella produzione
recente), sia per le dimensioni ridotte a video.
L’idea doveva essere quella di una finestra da tenere aperta
insieme ad altre, di un testo da leggere a tempo perso durante le
attese derivanti da download, rendering o altro, da
chiudere in un lampo, e da riaprire al volo. Un file di piccole
dimensioni, comodo da spedire, che non richiedesse installazione o
librerie software, né un lettore esterno, né un interfacciamento
con internet; che potesse essere passato tramite floppy, che potesse
essere utilizzato e poi cancellato senza problemi.
Da questi primi volumetti virtuali (dallo sfondo pergamenato e dai
caratteri antialiased) si è passati con il tempo a quelli
odierni, più grandi, con la possibilità di scegliere sia il tipo
di "carta" sia il tipo di resa dei caratteri, che hanno
mantenuto più o meno tutte le caratteristiche degli originali,
adeguandosi però ai più alti standard richiesti per mantenersi al
passo coi tempi.
Inutile negare
che il nostro metro di paragone, l’obiettivo a cui in parte
assomigliare, è stato MS Reader – secondo noi uno dei migliori
“lettori”, che era da poco in circolazione quando abbiamo
iniziato la realizzazione del nuovo programma. Quindi abbiamo
ristrutturato in parte l’UI in modo da rendere più veloce e
agevole la “navigazione” all’interno dei nostri e-paperback,
grazie ad acceleratori da tastiera e a barre di scorrimento rapido
accessibili con il mouse che consentissero di sfogliare a pagina, o
a capitoli.
Abbiamo aggiunto la possibilità di inserire segnalibri e di poterli
scorrere passando così da un punto “logico” all’altro, la
possibilità di scrivere note a margine del testo, in corrispondenza
di una riga specifica (anche in questo caso è possibile navigare
tra un appunto e il successivo) e quella di sottolineare parti di
testo a piacere (potendo anche scegliere il colore o il tipo di
evidenziazione). Non poteva infine mancare uno strumento di ricerca,
che consentisse di trovare occorrenze di parole o frasi.
A queste caratteristiche, che permettono di sfruttare un e-paperback
in un modo completo e simile ad un volume cartaceo (manca solo la
possibilità, presente invece in MS Reader, di disegnare a mano
libera sul testo… ma questa secondo noi era un’opzione del tutto
secondaria), ne abbiamo aggiunte un paio che non erano presenti in
molti altri lettori per e-book (fa eccezione, in parte, Acrobat
Reader) ovvero la possibilità di esportare tutto il testo in
formato TXT, RTF e HTML, o in una sequenza di TIFF predisposti per
essere stampati su foglio di formato A4 e fascicolati in modo da
avere 8 pagine per foglio (4 davanti e 4 dietro), con eventuali
segni di taglio e prova colore. Quest’ultimo dettaglio permette di
avere agevolmente una versione cartacea che assomigli comunque ad un
e-paperback dell’e-paperback virtuale.
L’idea di andare in una direzione contraria alle caratteristiche
citate, ovvero di proteggere i contenuti degli e-book di nostra
produzione, è stata più volte presa in considerazione, in parte su
richiesta più o meno diretta da parte degli autori (alcuni dei
quali hanno più volte interagito con noi suggerendo modifiche,
segnalando problemi, sollevando dubbi su alcune nostre decisioni
editoriali) e in parte perché l’ipotesi di seguire anche questa
tendenza di molti altri formati per e-book sembrava in effetti
sensata.
Se in realtà non siamo mai andati oltre ad "esperimenti"
(che hanno poi in effetti portato ad avere meccanismi di blocco
sulla esportazione abilitabili in fase di stampa), i motivi sono
stati tanti:
-
come abbiamo
ricordato all’inizio, la KULT Virtual Press è nata come una
costola del progetto KULT Underground, che da sempre si è
proposto come modo per diffondere contenuti gratuitamente
prediligendo la loro circolazione rispetto alla tutela della
loro paternità;
-
in un
ambiente come quello informatico, crediamo che proteggere troppo
voglia dire scoraggiare l’uso e questo significa compromettere
la divulgazione;
-
secondo noi,
un autore esordiente ha più vantaggio a farsi conoscere (magari
in modo involontario, sulle pagine di un’altra rivista che ha
estratto il suo testo pubblicandolo senza chiederne il permesso
ed estromettendo così dal rapporto lettore-autore in realtà
"solo" noi in quanto editori) che ad arroccarsi dietro
una difesa ad oltranza;
-
soprattutto
per testi brevi, come la maggior parte di quelli che
pubblichiamo, inibire l’esportazione non allontana di troppo
il timore di plagio, realizzabile comunque con un po’ di
"fatica" in più;
-
infine
crediamo che in un universo informatico in cui tutto è
destinato a cambiare molto in fretta e senza troppe possibilità
di previsioni su evoluzione e compatibilità di formati,
lasciare una "scappatoia" per avere il contenuto di un
e-book in un formato aperto (come può essere solo quello
testuale) aumenti la longevità del contenuto stesso anche
qualora il contenitore che lo racchiude (in questo caso il
nostro e-paperback) dovesse diventare obsoleto rispetto a
prodotti più interessanti.
Per
incentivare comunque gli autori a pubblicare con noi, nel nostro
formato – magari nonostante questa nostra presa di
posizione sulla mancata protezione dei contenuti – la KULT Virtual
Press da sempre ha cercato collaborazioni con singoli
particolarmente attivi per la promozione delle loro opere o con
realtà più strutturate, associandosi, grazie comunque alla sua
radice di KULT Underground alla organizzazione di concorsi letterari
locali o nazionali.
Il più importante di questi concorsi, realizzato con la
collaborazione, tra gli altri, anche del Servizio
Biblioteche di Modena (che propone regolarmente i nostri e-paperback
sul proprio sito), è sicuramente quello denominato Holden,
giunto quest’anno alla quinta edizione. Tra l’altro questa
iniziativa ha il vantaggio di produrre un CD-Rom multimediale (che
normalmente viene realizzato dallo staff di KULT Underground)
massicciamente distribuito a molte organizzazioni italiane legate
alla cultura e all’educazione.
Un’altra iniziativa che ha un buon richiamo di autori è 8KO- (OttoKappaOMeno),
concorso per letteratura minimale a tema horror o fantascientifico.
Altra attività che genera "traffico" e attira normalmente
lettori e curiosi verso gli e-paperback è la pubblicazione di una collana
"in lingua", realizzata sempre in collaborazione con
il Servizio Biblioteche di Modena che si occupa delle note
bio-bibliografiche degli autori classici che presentiamo.
Oltre a questo, un altro modo che riteniamo utile sempre per
incentivare la pubblicazione con noi e la distribuzione delle nostre
opere è quello di continuare a studiare nuove caratteristiche che
possano rendere il nostro formato ancora più interessante.
Una di queste caratteristiche, già parzialmente operativa, è la
possibilità di avere i volumi elettronici con contrasto invertito
(quindi testo bianco su sfondo nero) ed eventualmente con
ingrandimento dei caratteri, in modo da facilitare
la lettura anche agli ipovedenti. La prima di queste due
caratteristiche (contrasto invertito) è un’opzione direttamente
attivabile nei e-paperback mentre l’altra può essere abilitata
solo durante la fase di stampa (ovvero è possibile creare un
e-paperback con i caratteri per ipovedenti, ma non è possibile,
almeno per ore, passare da una modalità all’altra dinamicamente).
Un’altra carattestica abilitabile in fase di stampa già presente
ma raramente usata è la capacità di funzionare in modalità slide-show
(ovvero, di sfoglio temporizzato delle pagine) – cosa che
utilizziamo principalmente per presentazioni dentro a Totem – come
è capitato con l’e-paperback con i testi dell’ultima edizione
di Holden durante l’esposizione del materiale pervenuto
all’interno di uno spazio pubblico.
Tra le caratteristiche invece solo in fase di studio, la sintesi
vocale del testo (cosa che ora è possibile avere in MS Reader). Su
KULT Underground questo tipo di tecnologia è stato presente tra il
1995-96, tuttavia oggi si utilizzerebbero non più moduli
autoprodotti completamente ma ci si appoggerebbe, in Windows, sulle Speech
Api o comunque su tecnologia di terze parti disponibile a
livello di sistema operativo.
Riteniamo comunque che un prossimo importante passo potrebbe essere
quello di avere una versione del lettore degli e-paperback
utilizzabile su altre piattaforme software in modo da potere
raggiungere un numero di lettori/utenti più alto di quello attuale.
Tra le piattaforme in fase di studio ci sono quelle probabilmente più
importanti al momento, utilizzate dai palmari (considerati un buon
mezzo per la lettura degli e-book, anche se la loro diffusione è
ancora relativamente ridotta) e quelle dei cellulari di ultima
generazione (molti dei quali hanno visori a colori con una
risoluzione abbastanza elevata che permette di proporre a video più
righe di testo).
Certamente un passaggio verso sistemi di questo tipo potrebbe voler
dire rivoluzionare una parte delle capacità del software di nostra
ideazione, ma, se avremo un feedback abbastanza forte in questa
direzione, è molto probabile che inizieremo comunque a progettare
qualcosa - forse in java - che permetta di coprire anche questi
settori.
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